Economia

Latte, aziende a rischio default con le materie prime alle stelle

Brescia prima produttrice di latte in Italia: il 90% della produzione va al Grana Padano. Preoccupa il costo delle materie prime
Grana Padano - © www.giornaledibrescia.it
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Brescia è la prima provincia italiana per produzione di latte, con circa 170mila vacche e 15 milioni di quintali di prodotto annuo per un valore superiore ai 570 milioni di euro. Il 1 giugno, Giornata Mondiale dell'Oro bianco, è stata occasione per fare il punto sul comparto, soprattutto dopo l’approfondito studio scientifico condotto nel 2020 dall'Istituto Zooprofilattico che ha stabilito come nel latte bresciano i residui di antibiotici siano di cento volte inferiore a quanto consentito dalla legge.

Il settore lattiero-caseario è il più importante della nostra agricoltura con circa il 90 per cento destinato a Grana Padano con una forte organizzazione in cooperative da parte degli allevatori che concentrano oltre 80% del latte prodotto in poche realtà che proprio in queste settimane stanno approvando i bilanci 2020.

Il prezzo. Di certo questo settore si caratterizza per l'evidenza che l'unione fa la forza soprattutto per superare momenti di mercato particolari come il 2020 che si è caratterizzato per un calo del prezzo del latte pagato alla stalla con un meno 10% rispetto al 2019. C'è da aspettarsi che le cooperative liquideranno un prezzo del latte superiore a quello dell'industria che nel 2020 è stato pari a 37 centesimi al litro.

Materie prime. Recentemente Ettore Prandini, Presidente nazionale di Coldiretti, ha chiesto un'immediata convocazione al Ministero delle Politiche Agricole del tavolo sul latte per affrontare una emergenza diventata insostenibile: per dinamiche internazionali e speculative tutte le materie prime, in particolare le proteiche sono schizzate in alto; la soia da 33 euro il quintale ha raggiunto picchi di 60 assestandosi ora sui 55/56, il mais da 17 euro è passato a 28, il girasole da 17 a 27, anche la colza è aumentata del 60%, addirittura la paglia da 6/7 euro è passata a 12 euro.

Latte sottocosto. In queste condizioni produrre latte è difficile e costoso: occorrerà avviare un percorso di redistribuzione in modo equo lungo tutta la filiera dei ricavi che derivano dalla commercializzazione di prodotti di eccellenza che come il Grana Padano ha recentemente rivisto il piano produttivo. Il latte sottocosto e i prezzi dei mangimi alle stelle mettono a rischio default gli allevamenti da latte. «Oltre il 40% del latte italiano - ha commentato l'assessore regionale all’agricoltura Fabio Rolfi - viene prodotto in Lombardia. Il nostro 'oro bianco' garantisce una sicurezza alimentare senza pari». Per mantenere in buona salute le nostre ossa abbiamo bisogno di calcio ed è il latte (e i suoi derivati) l'alimento che in assoluto più ne contiene. Ma ormai alle campagne denigratorie si aggiungono quelle sull'impronta di carbonio delle produzioni zootecniche, che non tengono conto della riduzione del 40% delle emissioni di gas serra degli allevamenti. Le tante fake news finiscono, dunque, col danneggiare la salute di chi rinuncia ad alimenti di grande valore nutrizionale, sostituendoli con prodotti ottenuti da semi vegetali». «La sfida è comunicare al meglio al consumatore - sostiene Rolfi - e, dall'altra, quella di riportare il latte nelle scuole e consentire ai genitori di scegliere i latticini per la ricreazione dei figli. Una tradizione che si è persa e che la Regione Lombardia vuole riproporre, per garantire sostenibilità economica alle aziende agricole».

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