Economia

La stangata estiva: Brescia tra le dieci città con i rincari più alti negli hotel

L’Unione Consumatori ha stilato la classifica su come sono lievitati i prezzi di alloggi, B&B e ristoranti con l'inflazione
Brescia (panoramica)
Brescia (panoramica)
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Una stangata sulle vacanze. È un'estate salata quella che attende gli italiani in montagna, al mare, sui laghi o nelle città d’arte. Lo sostiene l'Unione Nazionale Consumatori che ha elaborato i dati Istat dell'inflazione di giugno resi noti lunedì per stilare la top ten dei rincari dei beni e servizi e la classifica delle città con i maggiori rialzi per quanto riguarda i servizi di alloggio e di ristorazione.

In testa alla top ten mensile delle vacanze ci sono naturalmente i voli, che occupano le prime 3 posizioni: medaglia d'oro per i prezzi dei voli nazionali che in un solo mese «decollano» del 17,8%; i voli intercontinentali salgono dell'11,9% su maggio 2023. Sul gradino più basso del podio i voli europei che si alzano in un solo mese del 7,4%. Seguono i prezzi legati ai servizi di alloggio, con i villaggi vacanze, campeggi e ostelli che segnano un +5,5%, in sesta posizione alberghi e motel con +5,4%, poi pensioni con +3,5%. Dopo il noleggio mezzi di trasporto e sharing (+3,2%) e piscina, palestra, stabilimenti balneari, ingresso in discoteca (+2,4%), chiudono la top ten i pacchetti vacanza nazionali con +2,2%.

Gli alloggi

Per i prezzi legati ai «servizi di alloggio», ossia alberghi, motel, pensioni, bed and breakfast, agriturismi, villaggi vacanze, campeggi e ostelli della gioventù, il balzo dei prezzi a livello nazionale è del 12,8% su giugno 2022. A guidare la classifica delle città con i maggiori rincari negli alloggi c’è Firenze con un balzo astronomico del 45% rispetto allo scorso anno; al secondo posto Palermo, con un incremento annuo del 34%; medaglia di bronzo a Roma con +23,9%. Appena giù dal podio Ravenna con +23%. Seguono Brindisi (+22%), Lecco (+21%), in settima posizione Olbia Tempio (+20%), Campobasso (+19%) e Brescia (+17%). Chiudono la top ten Venezia e Padova (+17% per entrambe). Sull'altro versante della graduatoria, 5 città sono in deflazione. Capoluogo più virtuoso è Caltanissetta (-10%), Pescara (-2,4%), Teramo (-1,4%).

La ristorazione

Sul fronte dei servizi di ristorazione Brescia se la cava decisamente meglio: nella classifica stilata dall’Unione Nazionale Consumatori è solo 45esima. Stiamo parlando dei rincari che hanno colpito ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, gelaterie, prodotti di gastronomia e rosticceria. A fronte di un'inflazione annua pari, per l'Italia, al 6,3%, il conto più salato lo pagano quelli di Viterbo (+15%), seguiti da Brindisi (+12%) e da Benevento (+10%). Seguono Siena e Olbia-Tempio (entrambe a +8,6%), Messina (+8,5%), al settimo posto Massa-Carrara (+8,4%), poi Trieste e Cosenza (ambedue a +8,3%). Chiude la top ten Belluno con +8,2%. Città più risparmiosa è Trapani (+2,7%), Terni (+3%), Caserta (+3,4%).

Nella classifica delle città più care d’Italia Brescia risulta 24ma con una inflazione del 5,4%. In testa alla graduatoria, Genova dove l'inflazione tendenziale più alta d'Italia, pari a +8,5%, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva annua, equivalente a 1853 euro per una famiglia media. Medaglia d'argento per Firenze (+7,6%) a parimerito si trova Grosseto. 

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