La Prandelli di Lumezzane chiude: a casa i 52 dipendenti
Fondata nel 1899, la Prandelli può essere considerata una delle realtà produttive simbolo del distretto di Lumezzane. Fu la prima azienda in Italia a produrre, agli inizi degli anni Settanta, i tubi in plastica (in polietilene reticolato); nel 1998 fu la prima azienda a produrre i tubi multistrato con i relativi raccordi (brand Multyrama); e ancora fu tra le prime realtà della nostra provincia a comprendere la valenza strategica dell’internazionalizzazione attraverso partnership straniere (nel 1989 con la portoghese Coprax) e successivamente con la creazione, nel 1992, di una filiale polacca (la Prandelli Polska con sede a Gdansk) per la distribuzione di prodotti in Polonia, nei Paesi dell’Est ed in Russia.
Cancelli chiusi
125 anni di gloriosa storia nella produzione di tubi e raccordi che vanno irrimediabilmente in archivio. Da questa settimana i cancelli della sede lumezzanese della Prandelli sono chiusi. Per i 52 dipendenti dell’azienda si aprirà il periodo della Naspi. La «composizione negoziata della crisi» per la quale la società aveva fatto richiesta nel giugno 2023 non si è risolta positivamente. Anche a causa della mancanza di aziende valgobbine interessate all’acquisizione degli asset e delle partecipazioni.
Nessun cavaliere bianco
La crisi societaria era iniziata con la pandemia si è poi aggravata con i rincari dei prezzi delle materie prime, dell’energia e successivamente con la guerra in Ucraina. I Paesi dell’Est Europa e la Russia hanno infatti sempre rappresentato un mercato molto importante per la Prandelli. Il bilancio 2022 si era chiuso con una perdita di 5,9 milioni.
La redditività è poi migliorata nel 2023, esercizio chiuso con un utile di 246 mila euro. È a quel punto che sono state avviate trattative con potenziali acquirenti tra cui la Reliance Worldwide quotata in Australia, trattativa che non è però andata buon fine. Come pure non è stato trovato un «cavaliere bianco» valgobbino in grado di fare da scudo alla situazione debitoria.
La procedura
Nelle scorse settimane Gianluigi Canale giudice delegato del tribunale di Brescia, ha ammesso la Prandelli alla procedura nominando quale ausiliario Antonio Donda e accogliendo il ricorso presentato per conto della società dall’avvocato Gioacchino Tavella dello studio CT Law. La società – ricordiamo – è controllata da Vittoria Prandelli e da Laura e Roberta Franzoni nella loro qualità di eredi «pro indiviso» di Vittorio Franzoni.
Nel luglio scorso, in preparazione del concordato semplificato la società, per garantire la continuità dell’attività aveva siglato un contratto d’affitto del ramo aziendale di quattro anni per un canone annuo di 60mila euro con la controllata «newco» Ipf.
Il nuovo piano
Il piano di «concordato semplificato» si basa fra l’altro anche sulla vendita di terreni e immobili valutati 4,7 milioni e delle due partecipazioni (Prandelli Polska e Coprax) valutate intorno agli 1,8 milioni per un valore presunto dell’attivo concordatario di 10,1 milioni.
Va inoltre segnalato che nelle scorse settimane la spagnola Investrial Corporativo ha presentato un’offerta di acquisto di Prandelli Polska per 2,6 milioni (macchinari per 800mila euro e partecipazione 1,8 milioni), valore – spiega il commercialista Michele Manfredi – che è in linea con le perizie come sottolinea il ricorso e tale da rendere il concordato semplificato più vantaggioso per i creditori della mera liquidazione.
Numeri del bilancio
Prandelli ha chiuso il bilancio 2023 con ricavi per 12,3 milioni in calo dai 22,7 milioni dell’anno prima e un patrimonio netto di 1,7 milioni a fronte di debiti per 14 milioni. Il bilancio ha visto il revisore dei conti Hlb Analisi, non esprimere un giudizio.
Ora si attende il parere dell’«ausiliario» nominato dal tribunale di Brescia che si dovrà esprimere sulla fattibilità del concordato semplificato al quale seguirà appunto la cessione degli asset: immobili, marchi macchinari ed attrezzature. In caso contrario si procederà con la liquidazione giudiziale.
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