Economia

La Montini soffre gli effetti dei rincari e prepara un piano di ristrutturazione

Il Tribunale ha concesso alla società di Roncadelle altri sessanta giorni per avanzare un progetto
La sede Montini a Roncadelle - Foto © www.giornaledibrescia.it
La sede Montini a Roncadelle - Foto © www.giornaledibrescia.it
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«La Montini non è in condizione di far fronte integralmente alle obbligazioni economico-finanziarie assunte nel corso dell’attività e, dunque, si rende necessaria l’adozione di specifiche azioni per un riequilibrio della sua situazione patrimoniale e finanziaria e per il mantenimento della continuità aziendale e dei livelli occupazionali». Il presidente Luigi Regali lo ha ammesso nel corso del Consiglio di amministrazione avvenuto a fine ottobre nello studio di Vestone del notaio Luigi Zampaglione. Pochi giorni dopo, il Tribunale di Brescia ha accolto la domanda «di accesso agli strumenti di regolazione della crisi e dell’insolvenza» presentata dall’impresa di Roncadelle e ai più nota per la sua storica produzione di chiusini e griglie stradali in ghisa.

Il punto

Il decreto firmato l’11 novembre dalla presidente della IV sezione Civile del Palagiustizia, Simonetta Bruno, ha consentito innanzitutto alla Montini di «proteggere» il patrimonio da «aggressioni» da parte dei creditori e, in secondo luogo, di prendersi due mesi di tempo per preparare un piano di ristrutturazione aziendale. A tal proposito, lo stesso verbale del Cda di fine ottobre rivela che il gruppo bresciano ha già avviato «un’interlocuzione con creditori e fornitori considerati strategici per il tempo occorrente alla definizione del percorso di risanamento».

In sostanza, con il formale avvio del «procedimento unitario» previsto dal nuovo Codice della crisi d’impresa (entrato in vigore a metà luglio), sono almeno due gli «strumenti» a cui la Montini potrà ricorrere e che il presidente Regali esplicita al notaio Zampaglione: da un lato la usa società potrà «raggiungere uno o più accordi di ristrutturazione dei debiti» oppure «intraprendere una procedura di concordato preventivo», che contempla appunto un piano di risanamento finanziario.

La realtà siderurgica bresciana conta un sito produttivo anche a Travagliato e «sta attraversando una situazione di crisi legata alla congiuntura economica a livello mondiale causata dalla pandemia e da una congiuntura di mercato sfavorevole che - riconosce Regali - nel corso del 2022 ha comportato un incremento significativo dei costi della materia prima e dell’energia». Inizialmente, il Tribunale aveva fissato al 2 gennaio 2023 il temine entro cui la Montini avrebbe dovuto sciogliere le sue riserve. Su richiesta della società, però, il 28 dicembre i magistrati hanno posticipato questa scadenza di 60 sessanta giorni.

Le prospettive

Nel frattempo, l’attività della Montini (una novantina i dipendenti a libro paga e una ventina i somministrati) non ha subito interruzioni né a Roncadelle né a Travagliato: gli approvigionamenti sono regolari e la raccolta degli ordini procede mantenendo buoni standard rispetto agli altri anni. Aspetti non secondari e che il commissario giudiziale Giacomo Ducoli verifica con costanza, come da indicazioni del Tribunale.

La famiglia Regali è supportata da professionisti milanesi per la definizione del suo progetto di rilancio e periodicamente è obbligata ad aggiornare i giudici dell’ormai ex sezione Fallimentare della sua situazione economico finanziaria. A tal proposito va registrato che senza poter fare un confronto con l’esercizio 2021, visto che il relativo bilancio non è stato ancora approvato, la situazione patrimoniale della Montini aggiornata al 31 ottobre 2022 mette in evidenza una pesante riduzione del patrimonio netto (che presenta comunque un valore positivo di 401mila euro) per effetto di perdite pregresse pari a 15,2 milioni e di una perdita di esercizio di 1,9 milioni. Sui conti della società, inoltre, pesano debiti per 56,13 milioni a fronte di un attivo circolante (dato dalla somma di Rimanenze, Crediti e Disponibilità liquide) per 31,5 milioni.

Dal punto di vista economico, infine, nei primi dieci mesi del 2022, l’impresa dei Regali ha scontato diverse svalutazioni e pur vantando un Valore della produzione di 37,5 milioni ha sostenuto Costi operativi per 38,7 milioni, riportando inevitabilmente una marginalità negativa.

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