Economia

La Cina ha tolto il bando alla carne bovina italiana

La filiera della carne bovina in Italia vale dieci miliardi di euro: il nuovo mercato apre a nuove opportunità
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Si apre la via della seta per la carne bovina italiana: la Cina rimuove, dopo oltre sedici anni, il bando alla bistecca alla fiorentina e ai prodotti a base di carne, come ragù e lasagne. 

Ci vorrà almeno un anno perché il primo chilogrammo di carne nostrana superi la Grande Muraglia, dopo la definizione del protocollo coi requisiti sanitari per la carne disossata di bovini con meno di trenta mesi, ma il passo odierno è importante per la nostra filiera della carne bovina che, precisa Assocarni, vale in totale dieci miliardi di euro (sei mld industria, quattro gli allevamenti). 

Il semaforo verde è stato annunciato dal Ministero dell'Agricoltura cinese e dall'Amministrazione per il Controllo della Qualità, l'Ispezione e la Quarantena (AQSIQ) a conclusione dei lavori del Comitato governativo Italia-Cina presieduto dai rispettivo ministri degli Esteri, Angelino Alfano e Wang Yi. 

Dopo il via libera alle esportazioni della carne bovina verso il Giappone, arriva un nuovo passo in avanti per il settore. 

«È un risultato strategico del grande lavoro che abbiamo fatto in questi anni insieme al Ministero della salute e alla nostra ambasciata a Pechino», ha detto il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Maurizio Martina, ricordando lo sblocco sulle carni suine nel 2016 e delle arance a inizio anno. 

«Aprire i mercati con regole giuste - ha sottolineato Martina - può aiutare migliaia di nostri allevatori e agricoltori, come dimostra l'aumento del 92% delle esportazioni agricole in Cina in questi ultimi mesi».

Soddisfatto e grato alle istituzioni italiani impegnate nel lungo negoziato e alle strutture pubbliche veterinarie che hanno dimostrato alla delegazione cinese la capacità di tracciare ogni singola fettina di carne, il direttore di Assocarni Francois Tomei. 

«Manca l'ultimo miglio - ha detto -, ma la Cina è un mercato per noi fondamentale sia per la carne fresca bovina, che per i prodotti trasformati. L'apertura di un mercato alternativo potrebbe essere un sostituto delle vendite bloccate dall'embargo russo. Per le nostre carni vaccine il gigante asiatico può diventare una piazza fondamentale, come lo è già diventata per il mercato europeo delle carni suine dove ha riequilibrato i prezzi. Dal punto di vista logistico siamo già pronti - ha precisato Tomei - perché da anni esportiamo carni bovine a Hong Kong. Da parte cinese c'è molta richiesta per tutto l'agroalimentare made in Italy e vogliamo sfruttare il vento in poppa». 

Una buona notizia per le stalle tricolori, ha commentato Coldiretti. Apprezzamento per le nuove possibilità di business per i nostri allevamenti sono stati espressi da Cia-Agricoltori Italiani e da Confagricoltura. «In Cina è stimata una crescita dei consumi di carne bovina nei prossimi 10 anni del 25% ed un forte aumento dell'import. L'Italia ha una grande opportunità», ha concluso il presidente di Agri Pietro Minelli.

 

 

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