Economia

La bresciana Tm sbarca nei porti di mezzo mondo con la super gru

Fondata nel 2017 dai fratelli Ferdinand e Sandy De Giacomi, sin dagli esordi si occupa di montaggi industriali
I fratelli De Giacomi con il padre - © www.giornaledibrescia.it
I fratelli De Giacomi con il padre - © www.giornaledibrescia.it
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La bresciana Tm conquista i porti di mezzo mondo e fa correre il business: se nel 2022 il fatturato della srl di via Triumplina si è assestato a quota 5 milioni e mezzo di euro, nel 2023 supererà gli 8 mentre tre maxi commesse assicurano già i profitti per il 2024. Fondata nel 2017 dai fratelli Ferdinand e Sandy De Giacomi - ma con lo «zampino» del padre Giovanni, oggi membro del consiglio di amministrazione - sin dagli esordi Tm si occupa di montaggi industriali, meccanici ed elettrici, in diversi settori, dal siderurgico al petrolchimico sino al portuale.

Il business portuale

E proprio in quest’ultimo trova la sua fortuna, complice la capacità dei fondatori di leggere il contesto economico globale. «Dopo che ci è stato richiesto per la prima volta il montaggio di una gru Sts (Ship to Shore), vale a dire quelle enormi gru che consentono di scaricare e caricare le grandi navi porta container, abbiamo iniziato a verificare gli investimenti che venivano realizzati nei vari porti del mondo, indirizzandoci proprio lì», spiega il ceo Ferdinand De Giacomi che evidenzia come oggi il comparto portuale costituisca il core business aziendale, mentre siderurgico ed petrolchimico sono divenuti residuali.

«Le imprese che sono in grado di fare il nostro lavoro si contano sulle dita delle mani, in Europa come nel mondo, e considerata l’importanza della circolazione delle merci containerizzate si comprende la portata del fenomeno», prosegue De Giacomi sottolineando come, però, si tratti oggi di un giro d’affari esclusivamente oltre confine. Tm realizza infatti il 100% del fatturato all’estero. «In Italia non si fanno investimenti sui porti e sull’aumento della loro capacità di accogliere merci - spiega il ceo -: quando si usano le gru, spesso si preferisce utilizzare quelle più economiche, ad esempio quelle cinesi, che sono più piccole ed arrivano in loco già montate, ragion per cui noi non abbiamo mercato».

Le commesse

Si, perché gli ingegneri ed i tecnici di Tm (l’azienda conta oggi una ventina di dipendenti, cui vengono affiancate maestranze locali) fanno invece proprio questo: assemblano e montano gigantesche strutture super tecnologiche indispensabili per spostare i container con le merci dalla banchina alla nave e viceversa. L’ultima commessa (delle circa 20 messe a segno in 5 anni tra i Guatemala ed il Turkmenistan) si è conclusa da poche settimane e riguardava il montaggio di 4 gru Sts Liebherr in Arabia Saudita e destinate al porto africano dello Stato di Gibuti: Tm, oltre alla realizzazione delle grandi strutture, si è occupata anche del trasporto marittimo su chiatta, coprendo una distanza di più di 1.400 km attraverso il Mar Rosso.

«È stato un lavoro molto impegnativo, considerato che oltre al montaggio in loco abbiamo dovuto seguire anche il trasporto nel porto di Gibuti dove abbiamo realizzato le prove tecniche», continua Ferdinand De Giacomi che snocciola alcuni dei nuovi incarichi ai blocchi di partenza: entro la fine del 2024, infatti, la srl porterà il «saper fare» bresciano in Marocco, Irlanda e Croazia. Anche per assecondare la continua crescita, nel 2023 Tm ha effettuato un importante investimento (circa 700mila euro) per l’acquisto di un capannone di 3mila metri quadrati a Bassano Bresciano, polo logistico per le attrezzature aziendali indispensabili per il montaggio e smontaggio delle gru e, quando ancora capita, dei forni.

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