Economia

Iveco: si allontana l'incubo licenziamenti

I vertici dell'azienda e i rappresentanti sindacali hanno raggiunto un accordo: da agosto gli ultimi otto mesi di contratto di solidarietà
© www.giornaledibrescia.it
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A fine agosto scatteranno gli ultimi otto mesi di contratto di solidarietà nel sito Iveco di via Volturno. L’accordo è stato raggiunto dai vertici aziendali e dai rappresentanti delle organizzazioni sindacali, che adesso possono guardare al futuro con maggiore serenità.
A distanza di un anno dall’avvio del «piano di riequilibrio occupazionale», infatti, Iveco e sindacato sono riusciti a gestire nel migliore dei modi 850 esuberi, senza alcun licenziamento. Non indifferenti le risorse economiche e gli sforzi messi in campo dall’azienda. Così come si sono dimostrate fondamentali ed efficaci le indicazioni avanzate dalle forze sindacali per raggiungere questo obiettivo. 

A metà luglio dello scorso anno, l’Iveco di Brescia contava 2.249 lavoratori, 850 dei quali giudicati in «eccesso». Per questo motivo è stato avviato il fatidico piano di «riequilibrio» che ha innanzitutto comportato il trasferimento di 266 dipendenti nei siti Iveco di Suzzara, Piacenza e Foggia. Nello stesso tempo si è inoltre registrata la prima tranche di dimissioni volontarie, per 40 addetti. In seguito, l’azienda ha raccolto tra i lavoratori bresciani altre 56 adesioni al trasferimento in un sito del gruppo fuori dai confini provinciali.

E allo stesso modo, altri 20 dipendenti hanno accettato gli incentivi economici proposti da Iveco per sottoscrivere le loro dimissioni volontarie. All’interno dello stabilimento di via Volturno, poi, sono state attivate nuove lavorazioni, che, in sostanza, hanno permesso la ri-occupazione di 200 dipendenti. E lo stesso effetto è atteso dall’azienda metalmeccanica con l’aumento degli ordini dell’Eurocargo, che permetterà di ri-impiegare nella fabbrica bresciana altri 70 addetti. 

Attraverso l’utilizzo di alcuni ammortizzatori sociali, infine, si è calcolato che nei prossimi anni potrà raggiungere il traguardo della pensione un ulteriore gruppo di lavoratori, pari a settanta unità. Alla luce di queste operazioni, quindi, restano «scoperti» circa cento lavoratori rispetto agli 850 esuberi iniziali. 

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