Economia

Innovazione e formazione in provincia di Brescia: serve qualche sindaco che dica sì

Sull'esempio di Limes Farm di Cividate Camuno, l'appello ad altre realtà locali per diffondono la cultura del coworking
Spazi di coworking - Foto tratta da unsplash.com
Spazi di coworking - Foto tratta da unsplash.com
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Riprendo e rilancio. Nei giorni scorsi il Giornale di Brescia raccontava di questa storia della Limes Farm, ovvero una piccola società che da Cividate Camuno intende aprire piccoli centri di innovazione e formazione in alcuni paesi della Val Camonica, scendendo poi al piano, magari sempre poi risalendo nelle valli bergamasche e in val Sabbia. Idea a suo modo semplice: essere promotori di una iniziativa che porti alla realizzazione di posti di coworking e di formazione.

Una sorta, come dice Roberto Ragazzi nel suo articolo, di Talent Garden in chiave più «piccola», ovvero non pensare solo alle grandi città ma, in questo caso, alle realtà territoriali più piccole (i paesi, le piccole cittadine), adattando il modello di crescita a queste dimensioni ma avendo in testa un'idea a suo modo semplice: la formazione serve dappertutto, nelle grandi città del mondo la si declinerà in un certo modo, nelle realtà più «marginali» lo si farà in altro modo. Dico «marginali» ma nel dirlo mi viene un po’ di rabbia perché mi si potrebbe rispondere: «marginali» a chi? visto che, per restare al caso Limes Farm, Valcamonica-Valsabbia-Valtrompia hanno un fatturato industriale di livello mondiale. Ma, si sa, l'industria di questi tempi è poco sexy. Ma Limes Farm va controcorrente. Molti auguri.

Ma dico, legandomi al caso Limes Farm, dico di quanto spazio (e spazi) ci possono essere nelle altre aree della provincia, dico di quante necessità le aziende e i ragazzi delle altre zone della provincia avrebbero di strutture come quelle che Limes Farm pensa di allestire e - spero - di animare. È un tormentone perfino stucchevole, ormai: serve personale qualificato, serve personale qualificato, serve ri-qualificare chi sta in fabbrica anche solo da dieci anni perchè le nuove tecnologie lo esigono e avanti a dire il rosario delle attese.

Ma io dico, banalmente: facciamolo. Serve una reazione, serve un sussulto di orgoglio, serve un supplemento di intelligenza e generosità, da parte di aziende, di Comuni, di Enti pubblici in senso lato. È possibile che non via sia un sindaco (c'è, ma raro rarissimo) che dica: l'idea del modello Limes Farm mi piace, anche noi (il pio paese, la mia zona) avrebbe bisogno di questa nuova «infrastruttura», che possiamo fare per realizzarla? Perché di questo si tratta: di immaginare di dotare un paese (o una zona) di questa infrastruttura: un posto dove si fa formazione, dove si possono allevare nuove piccole aziende, magari dove si può fare anche un po’ di innovazione.

Limes Farm ha intercettato a quanto capisco anche qualche finanziamento Pnrr: applausi. Magari qualche residuo resta e ad ogni buon conto è possibile che una cosa come la si è descritta non debba rientrare nei programmi di Comuni, Provincia, associazioni di categoria (come nel caso Limes con Assocamuna), aziende, banche del territorio eccetera eccetera. 

Non so se la cosa sia facile, io neppure ho una idea più concreta da dove e come partire. Ma c'è chi si è mosso già (dice Limes, ma dico anche il Csmt col suo centro di Gardone Valtrompia). Non so: proviamoci, vediamoci, sentiamoci, diamoci una mossa, cominciamo a cercare di capire se la cosa ha un perchè, un minimo di fattibilità eccetera eccetera. Serve qualcuno che prenda in mano la bandiera, che creda nel progetto. E più ci penso credo che tocchi a qualche sindaco partire. Fatemi un trillo. 

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