Economia

Il cda di Ubi boccia l'offerta di Intesa: «Non conveniente»

Per il board guidato da Victor Massiah «non riflette il reale valore della banca». Replica Messina: «Ora la parola passa agli azionisti»
Uno sportello di Ubi Banca - Foto Ansa/Mattia Sedda © www.giornaledibrescia.it
Uno sportello di Ubi Banca - Foto Ansa/Mattia Sedda © www.giornaledibrescia.it
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Il cda di Ubi Banca boccia l'offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo, ritenendola «non conveniente» per i suoi azionisti. La lista delle critiche contenute nel comunicato dell'emittente, approvato all'unanimità dal consiglio di amministrazione, parte dalla valorizzazione di Ubi da parte di Intesa, che «non riflette» il «reale valore» della banca guidata da Victor Massiah «e penalizza gli azionisti di Ubi Banca rispetto» a quelli di Cà de Sass. Con questi ultimi che, secondo Ubi, si approprieranno del 90% dei 3,2 miliardi di sinergie prodotte dall'integrazione, e rileveranno i titoli Ubi con uno sconto di 1,1 miliardi di euro rispetto alla mediana delle valutazioni degli advisor di Ubi, Goldman Sachs e Credit Suisse, sul concambio, calcolata in 2,28 azioni Intesa per ogni azione Ubi, a fronte delle 1,7 azioni offerte dalla banca guidata da Carlo Messina. Che grazie al badwill di Ubi (differenza tra prezzo pagato e valore del patrimonio netto) - fa notare ancora il cda - registrerà una plusvalenza di 4,6 miliardi.

Ma l'adesione all'ops costituisce anche «una rinuncia» al valore che Ubi «potrebbe realizzare qualora rimanesse un'istituzione autonoma e indipendente». E che il cda ha cercato di delineare nell'aggiornamento del piano industriale al 2022 approvato lo scorso febbraio, facendo emergere - nonostante gli impatti del Covid sul costo del credito (700 milioni nel triennio) e sull'utile (tagliato da 665 a 562 milioni a fine piano) - un «eccesso di capitale distribuibile» di 840 milioni, 330 milioni in più rispetto a quanto implicito nel piano di febbraio. «Abbiamo cercato di evidenziare con molta chiarezza quale è il potenziale dei nostri dividendi» valorizzando i «tesori nascosti» della banca, come le attività di "merchant acquiring", da cui Ubi si aspetta di ricavare 350 milioni, ha spiegato Massiah. Che, Intesa permettendo, nel 2021 intende anche salire al 100% di Aviva Vita per sostenere il conto economico.

Con la valutazione del cda di Ubi, l'operazione può approdare sul mercato: da lunedì e fino al 28 luglio i soci della banca dovranno decidere - soppesando le promesse di Intesa e quelle di Ubi - che cosa fare delle loro azioni. Lo sa bene Carlo Messina, numero uno di Intesa SanPaolo che ha commentato così le valutazioni espresse dal cda di Ubi Banca: «Come previsto e atteso, oggi sono state rese pubbliche le ragioni in base alle quali il cda di Ubi non ritiene conveniente per gli azionisti aderire all'offerta di Intesa Sanpaolo. Fermo restando il massimo rispetto per il consiglio di amministrazione e il management di Ubi, confermo che la nostra attenzione è rivolta agli azionisti di Ubi. Ora la parola passa agli azionisti». «A quanto risulta, alcuni di loro hanno già iniziato a farlo con trasparenza e oggettività, sottolineando proprio alcuni dei punti qualificanti della nostra offerta: attenzione al territorio e alle comunità che li contraddistinguono» aggiunge ancora Messina.

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