Economia

Gianetti, salta l’accordo: rischio licenziamenti a Carpenedolo

L’Inps non concede le 13 settimane di cig. Martedì l’assemblea: a rischio 152 posti di lavoro tra il Bresciano e Monza e Brianza
I lavoratori della Gianetti Ruote a Ceriano Laghetto (Monza e Brianza) - Foto © www.giornaledibrescia.it
I lavoratori della Gianetti Ruote a Ceriano Laghetto (Monza e Brianza) - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Dodici ore di confronto serrato non sono bastate per raggiungere un’intesa in extremis. Scaduti dunque i 75 giorni previsti dalla legge, per i 152 lavoratori della Gianetti impiegati nello stabilimento di Ceriano Laghetto (Monza e Brianza) si fa sempre più vicina l’ombra dei licenziamenti. Così come per i colleghi attivi nel sito di Carpenedolo (ex Gkn Wheels).

«Il progetto di reindustrializzazione, supportato da 13 settimane di cassa integrazione come definito insieme al Governo, erano pilastri su cui si è cercato di lavorare al tavolo con la Regione Lombardia - riportano dalla Fim Cisl -, ma inaspettatamente l’Inps ha comunicato che la cassa integrazione speciale indicata dal Mise non è applicabile per il caso Gianetti».

Se non c’è accordo sindacale si applicano i criteri di legge per i licenziamenti e non è detto che i 152 con i requisiti siano tutti a Ceriano, come hanno già ribadito più volte dal sindacato. L’epilogo negativo della trattativa, lamentano i rappresentanti di Fim Cisl e Fiom Cgil, è frutto anche della ferma presa di posizione dell’azienda che non ha mai considerato la possibilità di trovare soluzioni alternative ai licenziamenti. «Tutte le nostre proposte sono state respinte - tuonano le tute blu di via Altipiano d’Asiago -, compreso il rinvio della chiusura della procedura di alcuni giorni per avere più tempo per trovare una soluzione alla vertenza».

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Visto che la fabbrica brianzola non riprenderà più la produzione, da Ceriano avanza anche l’ipotesi che alcuni lavoratori vengano trasferiti a Carpenedolo, alzando così ulteriormente la tensione tra i lavoratori. Nel sito bresciano è stata convocata per martedì un’assemblea. «È inaccettabile la situazione che i è creata - ripetono dalla Fim, evidenziando peraltro che a Carpenedolo - la linea produttiva risulta già sotto organico in base all’attuale carico di lavoro. Per questo motivo - aggiungono - è necessario fin da subito aprire un confronto per concretizzare quanto fino ad oggi è stato detto ai tavoli istituzionali».

Nel frattempo, ieri si sono riuniti in assemblea i lavoratori del sito di Ceriano Laghetto, che il 4 agosto avevano avuto rassicurazioni dalla viceministra Alessandra Todde, rivelatesi invece infondate.

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