Iveco, Exor pronta alla cessione: tra i possibili acquirenti l’indiana Tata

Non è la prima volta. Negli ultimi cinque anni la possibile cessione di Iveco a una realtà straniera, il colosso cinese Faw, è rimbalzata agli onori della cronaca già in un paio di occasioni, suscitando in primis le preoccupazioni dei lavoratori italiani del gruppo specializzato nella produzione di veicoli commerciali. Tuttavia, la trattativa tra le parti in causa non è mai andata in porto.
Nel frattempo, comunque, il gruppo Iveco ha ceduto al fondo tedesco Mutares la sua divisione antincendio, la Magirus (l’operazione è stata formalizzata lo scorso gennaio). Alcune settimane fa, inoltre, si sono intensificate le voci di una vendita anche del ramo d’azienda dedicato ai veicoli da difesa (Iveco defence vehicles) e ieri è giunta l’indiscrezione che Exor, la holding della famiglia Agnelli, avrebbe avviato una trattativa per cedere Iveco, l’«intera» azienda del gruppo che produce camion e autobus. Tra i possibili acquirenti ci sarebbe l’indiana Tata, società che possiede Jaguar Land Rover. Exor, primo azionista di Iveco con oltre il 27%, non commenta le indiscrezioni, così come non dice nulla Iveco. Su queste voci, però, vola il titolo quotato a Piazza Affari, salito fino a oltre il 9% dopo le prime indiscrezioni, ha guadagnato l’8,32% a 16,6 euro.
Il punto
Tata non sarebbe l’unica interessata ad Iveco, su cui già in passato sono circolate ipotesi di cessione, in particolare alla cinese Faw, chiuse con un nulla di fatto. C’è comunque un rapporto storico tra le famiglie Tata e Agnelli-Elkann: il capostipite Ratan Tata, grande amico dell’Avvocato, aveva partecipato nel 2013 alla lectio inauguralis della «Professorship» in Economics intitolata a Giovanni Agnelli alla Bocconi, dove aveva tenuto una lezione con John Elkann. Lo stesso Elkann era presente ai funerali di Stato del magnate dell’automobile il 9 ottobre dell’anno scorso. Nel settore automotive Fiat e Tata hanno collaborato in India per i motori diesel multijet.
Al momento Iveco ha trattative in corso per cedere la divisione difesa Idv, separata dal gruppo: Leonardo avrebbe presentato un’offerta da 1,6 miliardi di euro.
Le reazioni
La possibile cessione di Iveco preoccupa i sindacati. «Il governo fermi qualunque ipotesi di vendita che metta in discussione gli impianti e i lavoratori di Iveco. La proprietà sta smontando pezzo dopo pezzo l’industria dell’automotive del nostro Paese» lamenta il segretario della Fiom Cgil di Brescia, Antonio Ghirardi, ribadendo la posizione formalizzata dal suo sindacato con una nota.

«Le nostre preoccupazioni sul futuro di Iveco e dei suoi 14.000 dipendenti (poco meno di 2.000 a Brescia) si acuiscono, tanto più che il famigerato sistema delle multe europee incomincia a colpire anche il settore dei veicoli commerciali» aggiunge il segretario della Uil di Brescia, Mario Bailo, mentre Stefano Olivari della Fim Cisl di Brescia chiede, dando eco alle parole espresse in un comunicato dal coordinatore nazionale della federazione, Stefano Boschini, che «Iveco chiarisca come intende procedere rispetto all’operazione di spin-off del ramo Difesa nonché il significato delle intenzioni di vendita».
Anche per la Ugl Metalmeccanici «urge una convocazione al Mimit». «Giorgia Meloni deve intervenire subito sia per capire se Elkann sta effettivamente vendendo agli indiani. In questo caso vanno poste condizioni relative a occupazione e brevetti attraverso golden power» scrive sui social il segretario di Azione, Carlo Calenda.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

@News in 5 minuti
A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.