Economia

Energia e gas, non sarà un inverno da bollino rosso

Rallentamento economico scorte ai massimi e clima fanno prevedere prezzi stabili o in leggero ribasso
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Non sarà un inverno da bollino rosso per i costi di gas e energia elettrica. I prezzi «avranno un andamento tra lo stabile e il ribasso». A fugare i timori di imprese e famiglie sono un manifatturiero non brillante che non spinge la domanda, le scorte di gas ai massimi in tutta Europa, e un autunno molto mite. La previsione, estesa per i prossimi mesi freddi e per tutto il primo semestre del 2024, sarà valida «se non si destabilizzerà la situazione sociale e politica in Medio Oriente, potenzialmente dirompente».

La chiave di lettura «momentaneamente tranquillizzante» arriva dal convegno «Energia: che inverno ci aspetta?» organizzato da Confapi Brescia, che chiesto una previsione agli esperti di energetici Ernesto Ragnoli (Mercato vendite grandi clienti e reseller A2A Energia), Stefano Saglia (membro della Commissione Arera) e Gianclaudio Torlizzi (Energy and commodity advisor e consulente Confapi materie prime).

Il Medio Oriente

Moderato dall'analista Andrea Muratore, l'incontro è stato aperto dal responsabile Energia di Confapi Brescia, Enea Filippini, che ha chiarito come «il tema energetico stia assumendo connotati sempre più complessi e articolati, inglobando nei meccanismi che determinano prezzi e valori di mercato elementi esogeni con il clima e i conflitti internazionali, fino a 25 anni fa del tutto marginali».

Ragnoli ha ricordato come «la guerra iniziata in Palestina abbia portato a un'impennata dei costi del gas naturale, salito in ottobre a 50 euro per MegaWatt/ora dai 27 euro di settembre, e a un Pun giornaliero di 160 euro MWh dell'energia elettrica contro i 110 di qualche settimana prima», ma ha anche osservato che «il veloce rialzo si è presto ridimensionato».

L'Algeria

«La situazione peggiore? Oggi potrebbe verificarsi per un interruzione delle forniture di gas da parte dell'Algeria - ha continuato - cosa al momento non prevedibile».

«Proprio l'Algeria - come evidenziato da Saglia - è diventata il maggior fornitore di gas per il nostro Paese, dopo che la Russia, fino a due anni fa fonte del 40% delle nostre forniture, è stata rapidamente ridotta a quantità non più determinanti. Al capitolo costi del gas siamo a livelli più alti di quelli pre-pandemia anche se al momento il rialzo si è stoppato, depresso da una domanda scarsa da parte dell'industria e delle famiglie, in questa prima parte di stagione fredda inferiore del 18% rispetto all'anno scorso. Se le guerre in corso non stanno incidendo sui costi di gas e elettricità, a farlo sono i tassi alti voluti dalle banche centrali - ha precisato Saglia - che hanno aggravato gli indebitamenti delle compagnie energetiche».

Di strategie nazionali e rischi ha parlato Gianclaudio Torlizzi. «Per il nostro Paese ridurre i rischi significa lavorare per diversificare le fonti di approvvigionamento: un escalation delle tensioni in Medio Oriente infatti rischierebbe di essere letale per l'Italia ma anche per buona parte dell'Europa». 

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