Economia

Dal Mise: «Il lavoro per Timken è una formula che funziona»

Il coordinatore dei tavoli di crisi Luca Annibaletti spiega la risoluzione della vertenza: «La proposta Camozzi era la migliore»
A Villa Carcina. I lavoratori della Timken fuori dai cancelli dell’azienda - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
A Villa Carcina. I lavoratori della Timken fuori dai cancelli dell’azienda - Foto Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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Dopo gli abbracci, le strette di mano e la legittima soddisfazione per la risoluzione della vertenza Timken, al Ministero dello Sviluppo economico (Mise) prosegue imperterrito il prezioso lavoro di mediazione in altre situazioni di crisi aziendale

. «I tavoli attualmente aperti presso il Mise sono 70 - spiega Luca Annibaletti, in qualità di coordinatore della Struttura per le crisi d'impresa del Mise e quindi del tavolo tecnico aperto per il rilancio della Timken di Villa Carcina -, con cinquantasei tavoli attivi e quattordici di monitoraggio per un totale di oltre 80mila lavoratori coinvolti. Ognuno di queste crisi ha le sue specificità, ma certamente il lavoro realizzato per Timken è una formula che funziona e che mi auguro possa essere replicata, come il metodo Corneliani introdotto dal ministro Giancarlo Giorgetti che ha consentito nei mesi scorsi di salvaguardare un’altra eccellenza del territorio lombardo».

Quante erano le manifestazioni d’interesse verso il sito industriale di Villa Carcina? Perché vi è stata una convergenza sulla proposta della Camozzi?

«È un risultato importante che è stato raggiunto attraverso un lavoro sinergico portato avanti con serietà e discrezione sul territorio tra tutte le parti coinvolte. La proposta della Camozzi è stata selezionata tra le varie manifestazioni di interesse ricevute in quanto ritenuta la miglior soluzione per la reindustrializzazione del sito Timken. Il percorso individuato consentirà, attraverso investimenti in tecnologie innovative legate alla filiera locale, di preservare la continuità produttiva e occupazionale, mettendo anche le basi per nuove assunzioni nei prossimi due anni».

Nella parte finale dello scorso anno sono stati fissati con frequenza diversi tavoli con l'obiettivo appunto di trovare una soluzione alla vertenza Timken: qual era il nodo principale della questione? O meglio, se ve ne sono stati, quali erano gli ostacoli principali?

«Il ruolo del Mise è stato quello di monitorare il processo di reindustrializzazione nell’ambito dell’accordo stipulato al ministero del Lavoro per la concessione degli ammortizzatori sociali. Gli incontri si sono poi intensificati una volta ricevute le manifestazioni di interesse affinché la Timken potesse convergere su una soluzione di lungo periodo con un soggetto industriale affidabile».

La soluzione trovata per la Timken, con il coinvolgimento di più attori locali (associazioni di categoria, istituzioni, sindacato e imprese) per noi è motivo d’orgoglio e ribadisce le alte potenzialità del nostro territorio. Crede che questo modello possa essere «esportato» e quindi applicato anche in altre vertenze?

«L’impegno a livello locale delle istituzioni, delle parti sociali e delle associazioni imprenditoriali è indubbiamente un fattore decisivo per raggiungere risultati e facilitare i percorsi di reindustrializzazione di aziende in crisi».

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