Csmt, Trichilo lascia dopo 10 anni e c’è un nuovo Cda

Il Csmt saluta Riccardo Trichilo e nomina il nuovo Consiglio di amministrazione, riconfermando Daniele Peli al vertice: al suo fianco, per il prossimo mandato, siederanno Maria Chiara Franceschetti, Mario Bonomi, Michele Pirlo, Giancarlo Turati, Michele Maltese, Rodolfo Faglia e Giuseppe Bertoli. Questi i nomi emersi dall’assemblea dei soci di Csmt Gestione Scarl in scena ieri nei locali di via Branze.

Il futuro
Scelti anche i membri del comitato tecnico scientifico, che vedrà Rodolfo Faglia affiancato da Emilio Sardini, Giovanni Plizzari, Gianni Gilioli, Massimo Gennarelli, Carmine Trecroci, Claudio Vivante, Andrea Moretti, Guido Parissenti e Carolina De Miranda. Bisognerà invece attendere lunedì prossimo per sapere a chi passerà il testimone per il ruolo di direttore generale che per un decennio è stato proprio di Riccardo Trichilo: in pole position pare esserci il manager Gabriele Zanetti, attuale responsabile del Trasferimento tecnologico (head of Technology transfer engineering), ma la conferma non arriverà prima della riunione del nuovo Cda. Nessuna conferma arriva, per ora, neppure per la carica di amministratore delegato, anch’essa ricoperta (sino a ieri) da Trichilo. La figura dell’ad, infatti, non risulta obbligatoria, per cui il consiglio potrebbe anche decidere di non istituirla.
Il bilancio
L’assemblea dei soci, svoltasi nei locali di via Branze in forma privata prima dell’evento pubblico «A newage of discovery 25», è stata anche l’occasione per approvare il bilancio del polo tecnologico che nel 2024 ha realizzato ricavi per quasi 3 milioni di euro (2,949 milioni di euro, in crescita del 13% sui 2,615 del 2023), con un risultato netto tornato positivo (12.427 euro contro i -246.220 euro del 2023) così come l’Ebitda (nel 2023 era pari a -144 mila euro, nel 2024 è passato a +122 mila). All’incremento di fatturato ha contribuito anche l’ingresso di 4 nuove risorse che hanno portato l’organico da 16 a 20. Importanti anche i numeri relativi alle azioni svolte dall’hub sul territorio: nel 2024 il Csmt ha trasperito valore verso 193 aziende clienti (erano 183 l’anno precedente) ed ha investito quasi 250mila euro nella ricerca autofinanziata: i progetti di trasferimento tecnologico ed innovazione attuati sono stati 115 nel solo 2024, mentre nel triennio hanno toccato quota 350. Gli hubber complessivamente sono oggi 53 (di cui 35 tra Pmi e grandi aziende e 18 startup) cui si aggiungonon 3 istituzioni (UniBs, Enea e Cnr), mentre i brevetti depositati sono 9.
Numeri importanti che ben accompagnano le parole «coraggio», «visione», «condivisione» e «territorialità» che ricorrono a più riprese non solo nel discorso di saluto (applauditissimo) dell’uscente Trichilo ma anche in quelli di coloro che lo hanno accompagnato in questa avventura, da Peli e Zanetti sino ai presidenti di Confindustria e Confapi, dal rettore Castelli e dallo stesso Roberto Saccone che innanzi ad una sala gremita dice: «La Camera di Commercio crede profondamente nel Csmt e nella Cittadella. Nel futuro le imprese dovranno aprirsi sempre più ad ambienti di contaminazione, e oggi penso di poter dire che il progetto della Cittadella ha trovato solide basi per passare alla fase della concretizzazione».
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