Economia

Criptovalute, il crac della Ftx e la magnifica ingenuità di Queen Elisabeth

Un nuovo crac. Eppure simile a molti altri: tremano le criptovalute, ma il caso fa riflettere. Tra bacchette magiche e credulità a tanti zeri
Sam Bankman-Fried, fondatore di Ftx
Sam Bankman-Fried, fondatore di Ftx
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«Com'è che nessuno se n'è accorto?». Viene in mente la regina Elisabetta e la sua domanda fintamente e deliziosamente ingenua. Eravamo nel 2008, qualche giorno dopo il grande crac, quello della Lehman Brothers: com'è che nessun se n'era accorto, com'è che fino a 48 ore dal disastro da 750 miliardi di dollari capace di sconquassare mezzo mondo, di mandare in malora fondi pensione e in fumo risparmi di milioni di persone, com'è - per l'appunto - che nessuno aveva intuito nulla, lanciato un pur timido alert. Com'è potuto accadere? Boh.

Una storia simile

Adesso c'è una storia simile che si sta consumando, non proprio eguale, ma molto simile sì. È quella della Ftx, azienda statunitense che operava nelle criptovalute e che fino al mese scorso valeva 26 miliardi di dollari (ovvero 26 miliardi di euro) e che adesso è un mucchio di cenere. Investimenti pazzi e frodi miliardarie, si scrive. E la storia si ripete. Criptovalute, roba per gente che ne sa, ma ne deve sapere molto, stante il fatto che il 95% della gente già fatica a distinguere un Btp da un Bund. E non è che negli States la cosa sia meglio come «La grande scommessa» (film da rivedere ogni due-tre anni) ci ha fatto vedere.

Eppure, periodicamente, nel mondo si affaccia qualcuno che dice che ha la bacchetta magica di trasformare il letame in soldi. Prima di Sam Bankman-Fried, giovane folletto fondatore di Ftx (permanentemente in maglietta, short, infradito), prima di lui ricordiamo mister Bernard Madoff, altro genio della finanza modello catena di Sant'Antonio che, sempre negli States, fece sparire 80 miliardi di dollari.

Più o meno stessa storia: crac tutti diversi e tutti uguali, tutte storie che nascono oltreoceano e che poi si spargono nel mondo e lo avvelenano: Enron, Lehman, Madoff, WorldCom,  poi Theranos, adesso Ftx. Tutta gente che dice di fare cose buone, capace di far intravvedere paradisi finanziari sul niente, gente che azzarda, gente che nasconde cose, gente che - più semplicemente - dice di avere cose che non ha. Ma nessuno, salvo qualche eccezione, va poi a vedere quel che in effetti c'è. E allora salta tutto. Qualche volta, my Queen, qualcuno se ne accorge. Ma è quasi sempre tardi.   

Scommesse

Ma la gente, tanta gente, abbocca. Ftx a poche ore dal crac aveva la fila di gente disposta ad investire intuendo di avere scoperto l'eldorado: chissenefrega se non sarà tutto oro ma almeno un po' di oro ci sarà. E allora faccio la scommessa. 

È quella dose di rapacità che i lupi di Wall Street hanno in abbondanza. Qualcuno poi pagherà (mister Madoff, per esempio, è in galera), certamente pagheranno i professori della California il cui fondo pensione aveva investito con la Lehman, pagheranno i sottoscrittori dei fondi di investimento internazionali (quindi anche noi) che, poco o tanto, in Lehman o nella Enron avevano investito. E chi poteva prevedere? ci hanno detto. Eran titoli da tripla A, quelli super-sicuri. 

Tutto in fumo, un falò di rapacità. Perchè, come ricordava Madoff ai suoi agenti sguinzagliati a far sottoscrivere quote del suo fondo: nessuno, veramente onesto, vi darà soldi. Gli agenti erano avvertiti. Adesso anche noi. 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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