Economia

Cosa si dice di Libra, la criptovaluta di Facebook

La moneta punta al miliardo di persone che hanno uno smartphone, ma non un conto in banca. Ma c'è preoccupazione, negli Usa e in Italia
Il logo di Facebook - Foto © www.giornaledibrescia.it
Il logo di Facebook - Foto © www.giornaledibrescia.it
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L'ingresso di Facebook nel mondo delle criptovalute annunciato ieri da Mark Zuckerberg con il progetto Libra, il cui avvio è previsto nel 2020, si rivolge ai due miliardi e mezzo di utenti del social, ma soprattutto a quel miliardo e rotti di persone che nel mondo hanno uno smartphone, ma non un conto bancario

Una platea enorme a cui offrire servizi finanziari, senza però andare allo scontro con le banche, che tuttavia non possono restare ferme e anzi devono adeguare la loro offerta. Ad analizzare la moneta virtuale Libra è Valeria Portale, direttrice degli Osservatori innnovative payments e blockchain del Politecnico di Milano

«Libra rappresenta la più audace incursione di Facebook nel mondo dei servizi finanziari e dei pagamenti», ma «non si pone come antagonista al settore bancario. Ha invece manifestato il proprio interesse a collaborare con loro, come testimonia la presenza di Mastercard, PayPal, Stripe e Visa tra i sostenitori», spiega l'esperta. La moneta, inoltre, dovrebbe essere accetata da servizi popolari come Booking, eBay, Farfetch, Lyft, Spotify e Uber.

L'obiettivo del progetto è chiaro: «Dare accesso ai servizi finanziari agli oltre 1,7 miliardi di adulti che a livello globale sono attualmente unbanked», e cioè non hanno un conto bancario, rileva Portale. Ci si aspetta che la nuova moneta sarà usata dagli utenti nei negozi virtuali, per inviare denaro e in futuro - ha scritto Mark Zuckerberg - anche per pagare il caffè o una bolletta. 

A differenza del bitcoin e delle duemila altre criptovalute tradizionali, la moneta virtuale di Facebook sarà una stablecoin, cioè vincolata alle monete a corso legale, permettendo così di evitare i problemi legati alla volatilità. Il vincolo, osserva ancora Portale, non sarà solo al dollaro, ma a più valute, per dare all'utente un'esperienza fluida indipendentemente dalla nazione di riferimento. 

La mossa di Facebook non rappresenta un unicum. «La chat Telegram si sta muovendo da oltre un anno per creare una valuta», che potrebbe arrivare già a ottobre e consentire trasferimenti di denaro tra utenti, dice Portale, secondo cui «non è escluso che nei prossimi anni si possa assistere al proliferare di numerose criptovalute aziendali». In questo quadro «le banche non devono temere di essere già sconfitte, ma non possono stare a guardare, perché gli equilibri potrebbero mutare velocemente», da un lato per la direttiva europea PSD2 che ha aperto la porta a nuovi attori nei servizi di pagamento, e dall'altro per l'evoluzione delle abitudini dei consumatori che, conclude, «si affideranno sempre più ad attori non tradizionali per gestire i pagamenti».

Nel presentare Libra, Zuckerberg ha spiegato che Facebook aspira a «rendere facile per tutti inviare e ricevere denaro proprio come si usano le nostre app per condividere istantaneamente messaggi e foto», aggiungendo che la tecnologia metterà a punto un portafoglio digitale che sarà disponibile in WhatsApp e Messenger e come app indipendente il prossimo anno.

L’annuncio ha provocato diverse reazioni preoccupate, anche se la notizia era nell’aria da tempo. La più significativa, almeno per le conseguenze che potrebbe avere per la società di Zuckerberg, arriva dal Congresso americano. La democratica Maxine Waters, presidente della commissione servizi finanziari della Camera, chiede infatti che il social network sospenda il progetto e si presenti per un'audizione in Congresso. «Facebook ha dati di miliardi di persone e ha ripetutamente mostrato di ignorare la tutela e l'uso attento di questi dati. Con l'annuncio sulla cripotavoluta, Facebook continua la sua espansione senza controlli e amplia la sua penetrazione nella vita dei suoi utenti» dice Maxine. 

A chiedere che Facebook sia sentita in Congresso sull'iniziativa è anche il deputato repubblicano Patrick McHenry. «Facebook è già troppo grande e troppo potente. Non possiamo permettere che sia alla guida di una nuova rischiosa criptovaluta senza supervisione» aggiunge il senatore democratico della commissione bancaria del Senato, Sherrod Brown.

Anche a livello italiano la notizia è finita nel dibattito politico. Se Giorgia Meloni, di Fratelli d’Italia, collega la nascita di Libra ai minibot proposti dalla Lega («tutti possono creare moneta, solo allo Stato italiano è vietato emettere minibot per saldare i debiti della Pubblica Amministrazione»), da parte del Pd arriva la richiesta di approfondimenti sul tema. Il segretario Nicola Zingaretti chiede «al Governo di chiedere all'Ue di intervenire sul settore dotandosi di una specifica normativa e al contempo di istituire una Commissione di vigilanza sulle criptovalute e sul loro utilizzo nei confini del nostro Paese, per non farci trovare di fronte al fatto compiuto in assenza di una legislazione ad hoc».

 

 

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