Economia

Coronavirus e lavoro, come si muovono aziende e sindacati

In regione si sta lavorando ad accordi territoriali per preparare i protocolli di sicurezza in vista delle riaperture
Un operaio al lavoro - Foto © www.giornaledibrescia.it
Un operaio al lavoro - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Aziende e sindacati delle province lombarde stanno lavorando ad accordi territoriali per preparare dei protocolli di sicurezza in vista di future riaperture dopo il picco epidemico di coronavirus.

Se Brescia è pronta da mercoledì, le altre province stanno ancora lavorando e anche Bergamo potrebbe trovare un accordo presto, forse prima del fine settimana. I protocolli puntano a trovare terreni comuni tra associazioni industriali di categoria, sindacati e aziende sanitarie per tutelare la sicurezza dei lavoratori in vista della cosiddetta «fase 2».

Si parla ad esempio di distanze di sicurezza nelle fabbriche per scongiurare i contagi, dotazioni di mascherine, eventuali screening tra il personale, con tamponi e misura della temperatura corporea.

In sostanza tavoli di confronto tra aziende e sindacati, che formulano proposte destinate alle Ats, le quali a loro volta deliberano sulla fattibilità ed efficacia dei protocolli. Fermo restando l'attesa degli esiti del tavolo regionale e dei decreti del governo.

Tra i problemi che le associazioni industriali si stanno ponendo per costruire i protocolli ci sono anche quelli degli spostamenti necessari per arrivare sul posto di lavoro, ovvero i diversi mezzi pubblici, per evitare di rischiare i contagi anche durante i trasferimenti da casa al lavoro. Altro capitolo sono le aziende che rientrano nelle tipologie di beni ritenuti di prima necessità o comunque già rientrati tra quelle da riaprire nei decreti del governo.

A queste si sono aggiunte, infatti, da subito quelle che hanno chiesto deroghe alle Prefetture dai codici Ateco, in quanto collegate in differenti modi alle filiere di beni di prima necessità o già autorizzate a ricominciare a produrre, in una serie di casi restando aperte con la metodologia del silenzio-assenso.

Una lista a cui nelle prossime settimane potrebbero aggiungersene altre, con una sorta di necessità nascenti a catena delle filiere, dall'alimentare al legno, dai prodotti per la pulizia ai trasporti. 

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