Contratti di lavoro, circa 110mila bresciani attendono il rinnovo

Circa 110 mila lavoratori bresciani in attesa di rinnovo del contratto di lavoro. Dai metalmeccanici alle telecomunicazioni; dal pubblico impiego, agli assicurativi. Mentre a fine 2025 arriveranno a scadenza altre categorie: legno arredo, vetro, fino alla gomma plastica.
E vero, nei mesi scorsi si sono chiuse «partite» importanti per la nostra provincia, come quello dell’edilizia (28 mila lavoratori), della chimica, della farmaceutica, dell’energia, della logistica. In molti casi l’obiettivo è stato centrato, all’aumento del salario si è affiancato un miglioramento delle condizioni di lavoro, maggiori tutele e diritti. Ma sullo sfondo ci sono i dati del rapporto mondiale sui salari pubblicato dall’Oil, l’organizzazione internazionale del lavoro, che mette in evidenza come dal 2008 ad oggi il potere di acquisto degli italiani si è ridotto di quasi il 9%, mentre nello stesso periodo in Francia c’è stato un aumento del 5% e in Germania di quasi il 15%.
Le trattative in corso
Ancora forte distanze si segnalano nella trattativa per il rinnovo del contratto del pubblico impiego (sanità ed enti locali) che, nella nostra provincia conta oltre 16mila addetti (la parte riguardante le funzioni centrali ha già infatti rinnovato il Ccnl). Se invece consideriamo il privato allora uno dei contratti scaduti da più tempo (da fine 2022) è quello delle telecomunicazioni (Asstel), settore che sta affrontando una vera e propria trasformazione e che nel Bresciano riguarda circa 500 persone.
Sono invece più di un centinaio i dipendenti direzionali delle società di assicurazione che hanno il contratto Ania: i sindacati (Uilca, Fna, Snfia, Fisac e First) dopo aver mancato il conguaglio dell’inflazione lo scorso giugno, hanno iniziato a lavorare a una piattaforma che recuperi il potere di acquisto perso con l’ultimo rinnovo (gli altri dipendenti del settore assicurativo, i dipendenti delle agenzie, hanno già rinnovato il contratto).
Settori
Se passiamo all’industria, la trattativa più delicata è quella dei metalmeccanici Federmeccanica-Assistal: il contratto è scaduto a fine giugno 2024, e nella nostra provincia interessa circa 85mila dei 105mila lavoratori metalmeccanici (considerando anche quelli del settore artigianato). Nelle ultime settimane le relazioni con Fiom, Fim e Uilm si sono incrinate, con scioperi e presidi.
Trattativa in corso per il rinnovo del comparto gas acqua che nel Bresciano interessa circa 3.000 dipendenti. Filctem, Femca e Uiltec hanno varato una piattaforma con cui chiedono ad Utilitalia, Proxigas, Assogas, Anfida un aumento di 315 euro per il triennio 2025-2027.
Sono più di mille invece i dipendenti del settore carta e grafica con contratto scaduto a fine 2024. Trattative sindacali sono poi aperte anche per Ferrovie Fs, per i lavoratori delle funivie, della piccola industria alimentare, dei consorzi di bonifica, del cemento, dei lapidei. Infine nella nostra provincia sono circa un migliaio i lavoratori che attendono la chiusura del Ccnl multiservizi/pulizie.
I contratti già siglati
Come abbiamo detto, alcuni contratti sono stati rinnovati nelle scorse settimane: è il caso dell’edilizia (Ance e Filca, Fillea e Feneal) che nella nostra provincia conta circa 28mila addetti che hanno ricevuto un aumento al livello medio di riferimento di 180 euro pari a un recupero dell’inflazione dell’11%, ben al di sopra della previsione del 6% per il prossimo triennio, anche per effetto del recupero del pregresso.
Il contratto chimico farmaceutico (siglato da Federchimica, Farmindustria, Filctem, Femca, Uiltec e Ugl chimici) prevede un aumento complessivo al livello medio di riferimento di 294 euro nel triennio 2025-2028; mentre quello degli elettrici che avranno 312 euro; o di energia e petrolio dove l’aumento concordato da Confindustria Energia e Filctem, Femca e Uiltec è di 330 euro.
«Gli aumenti medi complessivi, che in alcuni comparti hanno raggiunto la soglia di 300 euro, sono dovuti anche al recupero dell’inflazione pregressa – spiega Francesco Bertoli, segretario generale della Cgil Brescia –. I risultati ottenuti dal sindacato in trattativa sono stati coerenti con le piattaforme presentate. L’azione sindacale messa in campo dalle lavoratrici e dai lavoratori e dalle organizzazioni sindacali è stata efficace; l’obiettivo è stato raggiunto e in alcuni casi superato tutelando il potere d’acquisto dei lavoratori aumentando tutele e diritti».
Metalmeccanica e gli scioperi nel bresciano
(di Flavio Archetti)
Dopo le 24 ore di sciopero fatte tra dicembre, gennaio, febbraio e marzo, buona parte dei metalmeccanici bresciani e di tutta Italia hanno incrociato le braccia per otto ore anche questo mese. L’elenco delle aziende bresciane che dall’11 aprile sono state interessate alla mobilitazione è lungo, si va dalla Beretta alle Fonderie di San Zeno, passando per decine di realtà di città e hinterland, della Bassa e delle valli, tra cui Lonati, Idrosanitaria Bonomi, Metra, Ori Martin, Banco nazionale di prova, Sabaf, Eural Gnutti e Alfa Acciai.
Gli scioperi al momento sono programmati fino al giorno 30 e sono stati fatti in alcuni casi bloccando le produzioni per otto ore consecutive, in altri casi (la maggior parte) per due o quattro ore a volta, spalmate in più giornate, sempre comunque fino a un massimo di otto ore complessive. Come spiegato già numerose volte dai rappresentanti sindacali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm, «la mobilitazione ha l'obiettivo di riportare Federmeccanica e Assistal al tavolo della trattativa, e sono l’unica possibilità di far pesare realmente la posizione dei lavoratori». La trattativa è interrotta dal 12 novembre del 2024, quando le organizzazioni dei datori di lavoro hanno lasciato i tavoli di confronto perchè ritenevano irricevibili le richieste di Fiom, Fim e Uil.
I contratti collettivi nazionali di lavoro (triennali) invece sono scaduti il 30 giugno scorso per la grande industria e il 30 dicembre per la piccola e media. A tenere distanti le posizioni sono le proposte avanzate dalle parti, considerate in entrambi i casi «troppo sbilanciate». Nella loro piattaforma di proposte, votata dal 98% dei lavoratori, Fiom, Film e Uilm hanno puntato alla riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore la settimana a parità di stipendio, all’aumento della retribuzione mensile di 280 euro al mese da mettere a regime in tre anni, e al mantenimento di tempo indeterminato e apprendistato come principali forme di assunzione.
Federmeccanica e Assistal hanno rilanciato proponendo (principalmente) di riconoscere, da giugno 2026, 700 euro lordi annui ai dipendenti occupati in aziende con un rapporto tra margine operativo lordo e fatturato superiore al 10%, fermo restando che in caso di presenza di altri riconoscimenti individuali l’importo scenderebbe a 350 euro. A partire dal 2026 la proposta prevederebbe anche l’introduzione di una copertura assicurativa gratuita per tutti i metalmeccanici, a garanzia di una rendita di 600 euro mensili netti in caso di insorgenza di non autosufficienza.
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