Confindustria Brescia, nel secondo trimestre export in calo dell'11,9%
Nel secondo trimestre dell'anno, l'export bresciano, pari a 5,4 miliardi di euro, ha registrato una flessione dell'11,9% rispetto allo stesso periodo del 2022. È quanto emerge da una elaborazione del Centro studi di Confindustria Brescia sulla base dei dati Istat.
Si tratta, a livello tendenziale, del primo segno negativo dal periodo luglio-settembre 2020, quando l'economia stava ancora fronteggiando le inedite problematiche legate alla pandemia da Covid-19. Tra aprile e giugno di quest'anno le importazioni, pari a 3,25 miliardi, hanno sperimentato un calo ancora più intenso (-18,3%). La discesa nelle vendite all'estero da parte dell'industria bresciana trova una limitata corrispondenza a livello regionale e nazionale, dove, rispettivamente, l'export ha evidenziato flessioni tendenziali decisamente più ridotte (rispettivamente -0,9% e -1,0%).
«Le dinamiche che hanno contraddistinto l'evoluzione dei flussi commerciali da e per l'estero del Made in Brescia vanno interpretate alla luce del rallentamento della manifattura locale, che ha caratterizzato il secondo trimestre dell'anno e alla luce del forte ridimensionamento delle quotazioni delle principali materie prime industriali rispetto ai prezzi rilevati l'anno scorso», afferma Mario Gnutti, vice presidente di Confindustria Brescia con delega all'Internazionalizzazione. «Le prospettive per la seconda parte dell'anno - aggiunge - non sono quindi particolarmente ottimistiche, alla luce del fatto che la recessione tedesca porterà ad una minore domanda. Sarà fondamentale, per le imprese bresciane, un riposizionamento su mercati ad oggi meno battuti ma, in prospettiva, più profittevoli».
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