Economia

Confapi Brescia: «Chiusura d'anno positiva, ma pesa il clima d'incertezza»

Tra gli obiettivi per il 2023 anche la creazione di una territoriale bergamasca, nell'anno di Capitale della cultura
CONFAPI: UN 2022 PIENO DI SODDISFAZIONI
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È stato un 2022 di «grandi soddisfazioni» per Confapi Brescia, sia sul fronte dei servizi erogati che della capacità di attrarre e fare sinergia tra le imprese associate.

Per il 2023, le sfide all'orizzonte saranno più d'una: da un lato, il sostegno alle imprese sui temi caldi del probabile rallentamento della domanda, dei costi energetici e delle oscillazioni delle materie prime; dall'altro, il rafforzamento della «voce» in ambito politico, complice anche l'elezione a parlamentare di Maurizio Casasco, e la creazione di una territoriale bergamasca, proprio nell'anno di Brescia-Bergamo capitali della cultura. Questo quanto emerge dall'incontro di fine anno organizzato dall'associazione di via Lippi, un'occasione anche per dettagliare alcuni dei punti salienti dell'Outlook realizzato dal Centro Studi Confapi Brescia su un centinaio di realtà associate in merito ai primi 6 mesi del 2023.

«Il finale d'anno è positivo, ma il quadro di incertezza complessivo non aiuta e diversi indicatori suggeriscono la possibilità di un potenziale calo dell'economia il prossimo anno», commenta il presidente di Confapi Brescia Pierluigi Cordua, affiancato dal direttore generale Davide Guerini, dal direttore delle relazioni industriali e sindacali Raffaello Castagna, dal direttore di Apiservizi Enea Filippini e dal direttore operativo Leonardo Iezzi. Cordua evidenzia però come «i segnali di rallentamento dell'inflazione negli Usa, se confermati, potrebbero portare a un allentamento delle politiche dei tassi d'interesse, con effetti positivi sugli investimenti».

Tra i propositi per il nuovo anno, i vertici dell'organizzazione annunciano la creazione di una vera e propria territoriale bergamasca ed il potenziamento del ruolo dell'associazione sui tavoli istituzionali, locali e nazionali, a favore di «politiche a più lungo respiro - dice Cordua - che consentano di contrastare la forte instabilità del momento».

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