Economia

Confagricoltura sferza l’Europa: «Cambiare la Pac e il Green deal»

Durante l’assemblea annuale il presidente Garbelli contro la Ue: «Basta trattarci come i colpevoli dell’inquinamento»
Confagricoltura, cambiare pac e green deal
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L’orgoglio: «Noi produciamo cibo per l’umanità e siamo stanchi di essere considerati i principali responsabili dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua». L’attacco: «Da subito abbiamo criticato l’accordo sulla riforma della Pac del 2021, perché le imprese agricole erano chiamate ad aumentare gli impegni in materia di sostenibilità ambientale, ma a fronte di minori risorse finanziarie». La richiesta: «È necessaria una svolta profonda e decisiva dell’Europa sia sulla Pac che sul Green deal». Sono alcuni passaggi chiave della relazione del presidente Giovanni Garbelli all’assemblea generale di Confagricoltura Brescia. Lo sguardo è rivolto a Bruxelles, il messaggio alle forze politiche in vista delle elezioni di giugno. «Tra i primi impegni che dovrà affrontare l’esecutivo dell’Unione spicca la nuova riforma della Pac», insiste Garbelli. Meno ideologia verde, dice il presidente, e più sostegno all’agricoltura.

L’assemblea

Platea con centinaia di persone al Brixia Forum per l’appuntamento assembleare. Tanti ospiti e una folta rappresentanza delle quattromila imprese aderenti. Nel piazzale esterno della Fiera sono parcheggiati numerosi trattori. È stato un invito esplicito dell’organizzazione: «Non sono qui per protestare, ma per ribadire la nostra identità», spiega Garbelli. Lo slogan scelto per questa assemblea è «Svoltiamo. Dal Green deal al Farmers deal». Nella sua relazione, Garbelli sottolinea molte volte la necessità di cambiare.

Istituzioni

Il ministro Matteo Salvini con il presidente Giovanni Garbelli © www.giornaledibrescia.it
Il ministro Matteo Salvini con il presidente Giovanni Garbelli © www.giornaledibrescia.it

Prima del suo intervento, sul palco salgono le autorità per i saluti. «Brescia - dice la sindaca Laura Castelletti - è connessa con il territorio agricolo che la circonda. C’è un legame speciale con gli agricoltori, basti pensare al ruolo della Centrale del latte e dell’Ortomercato». Le istituzioni «devono ascoltare le vostre preoccupazioni e lavorare con voi. La Provincia è pronta a svoltare insieme a voi», ribadisce il presidente Emanuele Moraschini. Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, riconferma la «vicinanza della Regione all’agricoltura. Lo abbiamo sempre dimostrato con le nostre scelte e azioni». L’agricoltura, afferma, «è il regolatore della natura, non il nemico. Bene la sostenibilità, ma la nostra economia va salvaguardata».

Sul palco è salito anche il ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini.

L’Europa

Giovanni Garbelli, dopo l’analisi dei dati sul settore bresciano («La nostra agricoltura, nonostante tutto, è solida, forte e innovativa»), entra nel cuore della vicenda. L’Europa, appunto. Il tema della sostenibilità, sottolinea, va affrontato «superando i limiti calati dall’alto senza tenere conto delle realtà territoriali». Basta con i «parametri uguali per tutti» a favore, invece, di «un target di miglioramenti specifici, che tengano conto dei risultati ottenuti e premino i progressi già raggiunti». La direttiva nitrati «va rivista, considerando i progressi tecnologici degli ultimi anni, che consentono un diverso approccio nell’utilizzo dei fertilizzanti organici».

Tecnologia

Ancora: bisogna «favorire la ricerca come leva di sostenibilità economica delle aziende», rimarca Garbelli. E ciò «attraverso l’introduzione di macchine ad alto tasso tecnologico e aprendo a nuovi approcci alla coltivazione, come quello delle Tea (Tecnologie di evoluzione assistita) che il nostro territorio si appresta a introdurre, primo in Italia, svoltando finalmente verso modelli più moderni e competitivi».

Ci sono le critiche all’Europa, ma anche gli inviti a «svoltare» in Italia. Il rapporto con «la burocrazia - attacca Garbelli - resta ancora una criticità per tutto il mondo delle imprese italiane». Una «ridda di leggi - dice il presidente di Confagricoltura - spesso contraddittorie». Con l’assurdo che «nella gestione dei fondi europei sono stati introdotti vincoli e restrizioni non previsti dalla stessa Unione Europea, rendendo l’accesso ai contributi una corsa ad ostacoli». 

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