Centrale del latte, produzione al top «nell’anno della tempesta perfetta»

Già lo scorso anno, con l’approvazione del bilancio 2021, nonostante i risultati della Centrale del latte di Brescia fossero molto positivi, il direttore generale della società controllata da Palazzo Loggia aveva messo tutti in guardia: «Per il 2022 - aveva detto Andrea Bartolozzi - stimiamo un aumento dei costi pari al doppio del valore dell’Ebitda: per noi sarà molto dura». E così è stata, anche se la storica azienda di via Lamarmora ha poi chiuso l’esercizio con la produzione ai massimi (60 milioni di litri di latte trattati, di cui il 40% per il mercato private label) e il record del fatturato (passato da 71,6 a 84 milioni di euro).
La «tempesta perfetta»
«A dire la verità - puntualizza oggi il manager - una volta superato il periodo più buio della pandemia, con i vari lockdown, abbiamo passato diciotto mesi terribili (dal luglio 2021 al dicembre 2022) nel tentativo di gestire al meglio i rincari e l’approvvigionamento delle materie prime, senza scaricare l’aumento dei costi sul prezzo di vendita e mantenendo dei margini accettabili». Un piano, evidentemente, più facile da raccontare che da mettere in pratica. Anche perché, sancisce il presidente Franco Dusina: «Per noi è stato come affrontare una tempesta perfetta».
In estrema sintesi: tutto è iniziato nella seconda parte del 2021 con la «crisi della plastica», in cui Centrale del latte faticava a recuperare il materiale necessario per il packaging dei suoi prodotti. In seguito è scoppiata la «crisi energetica», che ha fatto schizzare i prezzi di gas ed elettricità e si è aggravata con l’invasione russa in Ucraina. Poi si è registrata una significativa carenza di latte a livello europeo, che ha fatto balzare il prezzo del prodotto al litro. «Pensi che lo scorso luglio - continua Bartolozzi - è stato raggiunto l’accordo del prezzo del latte alla stalla (a 57 centesimi al litro) addirittura con effetto retroattivo». In altre parole, come sintetizza Dusina: «All’improvviso ci siamo trovati con centinaia di euro di costi in più, che non avevamo previsto, solo per la materia prima».
I numeri
Nonostante un’inevitabile riduzione dei margini, il bilancio 2022 della Centrale del latte di Brescia è ancora molto buono. L’Ebitda (o Margine operativo lordo) scende da 5,3 a 4,9 milioni; il reddito operativo diminuisce da 3,4 a 2,65 milioni e l’utile passa da 2,65 a 2,02 milioni. «Mi creda - ratifica Dusina, cercando lo sguardo di Bartolozzi - per noi è stato l’anno più difficile in assoluto: questo risultato ce lo siamo sudati fino in fondo».
Imprescindibile l’applauso e l’approvazione del bilancio registrati ieri sera da parte del Consiglio di amministrazione composto anche da Giuseppe Ambrosi, Immacolata Lascialfari, Valter Giacomelli e Greta Soncina. «Nell’ultimo trimestre del 2022 - evidenzia Dusina - abbiamo recuperato il passo perso nei mesi precedenti. E il trend della prima parte di quest’anno resta positivo».
La strategia adottata da insieme Bartolozzi i fronte alle diverse «crisi» che si sono succedute non è stata esclusivamente quella di trasferire i rincari sul prezzo finale dei prodotti. «L’aumento dei nostri listini - ammette il direttore generale - che comporta una serrata trattativa con i big della Gdo, ha coperto solo parzialmente l’aumento di tutti i costi. Le crisi del 2022 ci hanno costretto a ridurre quelle inefficienze che prima erano sopportabili». Parole a cui fanno eco quelle del presidente: «Abbiamo capito con rapidità il volto delle crisi e sono diventati ancora più funzionali gli investimenti che avevamo fatto in passato».
Dopotutto, concorda Bartolozzi: «Il valore dell’azienda lo migliori dandole una prospettiva non solo migliorando i risultati». E ciò fa presagire che i due al vertice di Centrale del latte abbiamo già pronti altri progetti per il futuro.
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