Economia

Caro energia e imprese: abbiamo chiesto a 4 deputati bresciani cosa pensano

Maurizio Casasco (Forza Italia), Simona Bordonali (Lega), Gian Antonio Girelli (Partito Democratico) e Fabrizio Benzoni (Azione) sono intervenuti sulla questione
Una centrale nucleare - © www.giornaledibrescia.it
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Secondo i dati elaborati da Confindustria nel primo semestre del 2025 il costo dell’energia per le imprese italiane è stato quasi del 15% più alto rispetto alla Germania, oltre il 50% in più della Francia, più del 60% se confrontato con la Spagna e circa il 30% sopra la media Ue.

Abbiamo chiesto ai deputati bresciani Maurizio Casasco (Forza Italia), Simona Bordonali (Lega), Gian Antonio Girelli (Partito Democratico) e Fabrizio Benzoni (Azione) cosa pensano della questione. 

Maurizio Casasco

Maurizio Casasco parla di «cause strutturali» per l’elevato costo dell’energia in Italia. «Forte dipendenza dalle importazioni di gas, limitata capacità di produzione programmabile, ritardi nello sviluppo delle infrastrutture di rete e nei sistemi di accumulo, oltre a un mercato elettrico ancora fortemente ancorato al prezzo marginale del gas», queste le problematiche da risolvere.

Il deputato sottolinea però anche l’importanza della transizione energetica, che «non può prescindere dal principio di neutralità tecnologica». Casasco precisa: «L’espansione delle fonti rinnovabili deve procedere parallelamente al rafforzamento delle reti di trasmissione e distribuzione, allo sviluppo dello stoccaggio e all’utilizzo del gas come fonte di transizione per garantire continuità e stabilità del sistema».

Per Casasco è necessario «aprire una valutazione non ideologica sul contributo delle tecnologie nucleari di nuova generazione, in un’ottica di sicurezza energetica, riduzione della volatilità dei prezzi e decarbonizzazione. Solo una strategia integrata e di lungo periodo può consentire una riduzione strutturale dei prezzi»

Simona Bordonali

«C’è un motivo se continuiamo a dire che bisogna arrivare alla pace tra Russia e Ucraina. Solo così possiamo avere un approccio diverso da quello che abbiamo oggi: non potendo più importare il gas dalla Russia siamo costretti a rivolgerci agli Stati Uniti con costi elevatissimi». Simona Bordonali punta i riflettori a Est e ricorda gli interventi degli altri Stati per ridurre il prezzo dell’energia. «In Francia hanno il nucleare e la Germania è intervenuta con parecchi aiuti di Stato – spiega –. Anche noi inizialmente l’abbiamo fatto, ma le nostre risorse sono inferiori».

Bordonali conferma che la maggioranza di Governo sta lavorando per ridurre un ritardo rispetto agli altri Paesi «di oltre vent’anni», a causa della mancanza del nucleare e di «un progetto valido sulle rinnovabili».

A marzo la maggioranza ha presentato una mozione alla Camera che – tra le altre cose – impegna il Governo a «proseguire ed implementare l'azione predisposta attraverso il cosiddetto Piano Mattei per rafforzare la cooperazione tra l'Italia e i Paesi africani per diversificare e aumentare le fonti e le forniture di energie»

Gian Antonio Girelli

«I dati di Confindustria sul costo dell’energia confermano una situazione che denunciamo da tempo», evidenzia il deputato del Partito democratico Gian Antonio Girelli, che non risparmia le critiche al Governo. «Continua a parlare di sicurezza energetica, ma nei fatti ha ridotto gli strumenti che avrebbero potuto abbassare strutturalmente il costo dell’energia. Il taglio dei fondi alle Comunità energetiche rinnovabili, passati da 2,2 miliardi a meno di 800 milioni, a fronte di domande già superiori, è un errore grave».

Per Girelli esistono però anche della soluzioni. «Semplificare davvero il permitting, accelerare sulle rinnovabili e sui sistemi di accumulo, sviluppare contratti a lungo termine per l’energia elettrica, ridurre gli oneri impropri in bolletta e costruire una governance stabile della transizione energetica», spiega Girelli, che aggiunge: «Energia e politica industriale devono tornare a camminare insieme. Senza una strategia chiara e strutturale, il rischio è evidente: si perdono competitività, investimenti e posti di lavoro. Energia più pulita e a costi stabili non è una bandiera ideologica, ma una condizione indispensabile per l’industria italiana».

Fabrizio Benzoni

La posizione del deputato di Azione Fabrizio Benzoni nei confronti del caro energia è ben nota. «Serve avviare il prima possibile il nucleare – sottolinea –. Con il taglio di tutte le fonti fossili e considerando che non potremo sopravvivere con le rinnovabili, saremo costretti a comprare l’energia dagli altri Stati, che per altro in molti casi è prodotta utilizzando il nucleare».

Il tema delle energie rinnovabili non è da sottovalutare. «Ci sono alcuni elementi da tenere in considerazione: l’accumulo, il trasporto e la distribuzione – prosegue –. Ad esempio la maggior parte dell’energia solare viene immagazzinata al Sud, ma la domanda di energia è molto alta al Nord. Con il nucleare avremmo una distribuzione molto più capillare».

Per Benzoni c’è però anche un’altra questione. «Bisogna superare l’accoppiamento del prezzo dell’energia dal costo del gas – precisa –. Rispetto a cinque anni fa il prezzo del gas è molto più alto, mentre produrre energia con l’idroelettrico costa uguale, ma la tariffa viene fatta dal gas e questo incide moltissimo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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