Economia

Capitali esteri in 144 imprese bresciane: producono il 10% del Pil dell’industria

A dirlo sono i numeri dell’edizione 2023 della ricerca «Multinazionale Brescia» realizzata dal Centro Studi di Confindustria Brescia
LE IMPRESE GUARDANO ALL'ESTERO
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È un doppio filo quello che lega il manifatturiero bresciano all’estero, un doppio filo che oggi più che mai palesa come il business oltre confine non possa più essere considerato solo come un’opportunità ma, piuttosto, come una necessità, forse una certezza. A dirlo sono i numeri dell’edizione 2023 della ricerca «Multinazionale Brescia» realizzata dal Centro Studi di Confindustria Brescia, un censimento delle aziende manifatturiere locali (tutte società di capitali con giro d’affari di almeno 1 milione di euro) partecipate da operatori stranieri (investimenti inward) e delle iniziative all’estero da parte invece delle realtà bresciane (investimenti outward).

Ebbene, dati alla mano l’indagine mostra come le imprese manifatturiere bresciane a partecipazione estera ammontino a 144, il 4,6% della popolazione di riferimento, ma incidono per il 10,3% dei ricavi complessivamente generati dell’industria bresciana, per il 10,8% del valore aggiunto e per il 10,3% dell’occupazione.

Il punto

Nel 2021 infatti (ultimo anno disponibile) hanno realizzato un fatturato pari a 4.321 milioni di euro, un valore aggiunto di 1.104 milioni e hanno dato lavoro a oltre 11.300 addetti. Guardando alla provenienza del soggetto investitore, l’Unione Europea guida la classifica delle multinazionali con ben 80, per un totale di quasi 5.700 dipendenti. Al secondo posto troviamo il Nord America (30 partecipazioni e oltre 2.700 addetti) seguita da Asia ed Europa non UE (entrambe 15 partecipazioni). Tra i Paesi, al primo posto si posiziona la Germania (35 imprese bresciane partecipate, con oltre 2.600 addetti) ed al secondo la Francia (19 aziende per oltre 800 dipendenti).

Guardando ai settori, dominano la classifica gli operatori di macchinari ed apparecchiature (39 imprese partecipate con oltre 2.100 addetti) ed i prodotti in metallo (27 realtà con quasi 1.900 addetti), a conferma di come le multinazionali estere siano particolarmente attive nei settori di punta del Made in Brescia. Tuttavia, la loro presenza non è trascurabile nemmeno in comparti meno significativi per occupazione e fatturato ma comunque rinomati, come alimentare e chimico e gomma e plastica.

L’impegno

«I risultati testimoniano, una volta di più, l’integrazione del Made in Brescia nel contesto globale, oltre alla sua capacità di contaminare e di ricevere stimoli dall’estero», commenta Mario Gnutti, vicepresidente di Confindustria Brescia con delega all’internazionalizzazione per il quale va evidenziato come risultino ancora minoritarie le iniziative realizzate da realtà provenienti da aree a più recente industrializzazione (5 imprese partecipate da operatori cinesi, 2 indiane, 2 brasiliane e 1 turca).

L’analisi si sofferma anche sulle iniziative all’estero da parte delle imprese manifatturiere locali: qui si contano 265 aziende che hanno avviato investimenti di natura produttiva e/o commerciale oltre confine, l’8,3% del riferimento. L’impegno sui mercati è vario: si passa da una sola partecipazione (oltre la metà delle censite), a veri e propri «gruppi multinazionali» caratterizzati da investimenti in oltre 20 realtà straniere (797 aziende estere partecipate da operatori industriali bresciani).

Anche nel caso degli outward l’Unione Europea primeggia come la principale destinazione (308 partecipate) degli investimenti. Guardando ai Paesi, guidano la classifica gli Stati Uniti (110 realtà partecipate) seguiti da Germania (60), Cina (55), Francia (54), Spagna (43), India (39) e Brasile (33). Tra i settori spiccano macchinari ed apparecchiature, sia per realtà investitrici (69) che partecipate (228); al secondo posto i prodotti in metallo (53 iniziative per 153 presenze in Paesi esteri).

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