Brevetti, a Brescia circa 700 l’anno ma costa ancora molto

La «ricetta» per il cambiamento del Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio passa anche per i brevetti. Sono di pochi giorni fa, infatti, le dichiarazioni del vicepremier sulla creazione (Di Maio dice già da settembre) di un fondo d'investimento di venture capital per le start up innovative e sul taglio dei costi dei brevetti. «Molte start up hanno creato delle innovazioni e le hanno brevettate all'estero perchè in Italia costa troppo. Una delle cose che voglio fare è proprio abbassare i costi dei brevetti», ha sentenziato il pentastellato nel corso di una intervista a Forbes, accendendo le speranze di molti giovani e meno giovani imprenditori, italiani e bresciani.
Oggi come oggi, infatti, capita non di rado che le imprese italiane siano in qualche modo «frenate» dal depositare le proprie idee proprio a causa del costo ingente del deposito di un brevetto, in particolar modo se per un numero di anni consistente e, ancora di più, se con vincoli anche all'estero. I numeri bresciani. Per dare qualche dato, in provincia di Brescia nel 2017 sono stati depositate sull'apposita piattaforma del sito istituzionale dell'Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) ben 674 domande di brevetto (di cui 249 per vera e propria invenzione industriale e 46 per modello di utilità, vale a dire non per un nuovo oggetto ma piuttosto per proteggere una modifica di oggetti già esistenti).
I mesi del 2017 durante il quale sono stati depositati più brevetti sono novembre e dicembre, con 64 e 84. Nei primi sei mesi del 2018 le domande sono arrivate a 369 (di cui 123 per invenzione industriale e 19 per modello di utilità). Solo lo scorso marzo sono stati depositati 96 brevetti.
La piattaforma. Il numero è quello complessivo per il nostro territorio: in pratica, seguendo la normativa emanata dal Mise a gennaio 2018, ora tutto transita dalla piattaforma on line, alla quale si può accedere in due modi: direttamente, vale a dire registrando la propria invenzione come privato o impresa, o anche ricorrendo ad consulente di proprietà intellettuale, oppure ricorrendo al personale degli uffici locali delle varie Camere di Commercio, in questo caso con l'aggiunta di qualche decina di euro di diritto di diritti di segreteria camerale.
I costi. Ma se i costi di deposito sono contenuti e bene o male analoghi, sia che l'operazione si svolga telematicamente sia che si ricorra agli uffici camerali (per i brevetti per invenzione industriale, ad esempio, indicativamente si va dai 50 euro ai 600 euro a seconda del numero delle pagine di cui è costituita la pratica), quello che rischia di fare la differenza - spiegano gli operatori dell'Ufficio Competitività delle imprese, marchi e brevetti di via Einaudi - sono altri fattori. Da un lato, la durata del mantenimento in vita del brevetto (dopo il quarto anno si paga sempre di più, per arrivare sino a 650 euro annui per la durata ventennale) e dall'altro la volontà di farlo valere anche all'estero: «per il brevetto internazionale, infatti, si può serenamente arrivare anche a diverse migliaia di euro». Se a questo si aggiungono le spese spesso sostenute per l'assistenza alla formulazione della domanda, la traduzione e simili, si comprende il perché dell'entusiasmo nei confronti delle dichiarazioni di Di Maio. Meglio ancora se, al risparmio economico, si potesse abbinare anche quello di tempo: oggi, mediamente, per il deposito di un brevetto si va infatti dai 6 mesi all'anno. Ma talvolta ci vuole anche di più.
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