Economia

Boglioli torna a crescere: dopo New York apre a Londra e Nuova Delhi

Il gruppo di Gambara conta 152 dipendenti e chiude il 2022 con ricavi sopra i 17,5 milioni
Alla guida Francesco Russo e Alessandro Ramel - © www.giornaledibrescia.it
Alla guida Francesco Russo e Alessandro Ramel - © www.giornaledibrescia.it
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Si respira il vero made in Italy a Gambara, nella storica azienda di confezioni maschili Boglioli. Potrebbe sembrare un controsenso visto che l'azienda dal 2017 è di fatto nelle mani del fondo spagnolo Phi Industrial Acquisitions «che in pochi anni ha però saputo rilanciare la griffe bassaiola, partendo proprio dal cuore del prodotto», sottolinea l'amministratore delegato Francesco Russo. Vale a dire giacche iconiche e rivoluzionarie, destrutturate ma perfette e tinte in capo, realizzate in cachemire (oggi anche in altri tessuti), che la famiglia Boglioli aveva lanciato nel 2000 con successo.

Il prodotto di lusso

Giacche entrate a pieno titolo nel mercato del lusso, amate dai divi più famosi di Hollywood - tra gli altri Robert De Niro, Daniel Graig, Patrick Dampsey (che ha voluto visitare lo show room di Milano) - grazie alla presenza di uno store nella Grande Mela, ma anche ad un passa parola tra il mondo dei vip.

«Siamo in una fase di crescita importante - chiosa l'ad - i mesi del Covid ci sono serviti per ragionare su cosa fare e, per creare le nostre strategie di vendita, che vedono il marchio Boglioli vestire l'uomo non solo con la giacca, ma a tutto tondo come richiede il mercato soprattutto maschile, ed implementare i retail che vanno bene». Il gruppo ha attuato una politica di investimenti. «Oltre ai due monomarca uno a Milano e l'altro a New York, a breve ne apriremo un'altro a Londra, e un corner shop in un grande department store di New Delhi, che affiancherà altri sparsi nel mondo come ad esempio Harrods - spiega l’ad. -. Accanto a questi i nostri due outlet di Gambara e Mendrisio, l'e-commerce e, una nuova piccola collezione femminile».

Con una produzione di 70mila capi all'anno esportati per il 70% circa, principalmente nei mercati americani, tedeschi, inglesi e giapponesi, la Boglioli si colloca nella fascia di mercato del lusso. Buono il fatturato passato dai 12 milioni circa del 2021, ai 17,5 milioni del 2022, mentre la previsione per il 2023 è di superare quota 20 milioni di euro.

Da 50 anni a Gambara

La storica azienda (quest’anno compie 50 anni di attività) ha mantenuto la sede produttiva nel paese bassaiolo: qui creatività e competenze sono di casa. Una scelta per certi versi in controtendenza in un mondo come quello della confezione, dove ormai è tutto decentrato e, non esiste più la verticalizzazione.

La produzione: tutto viene realizzato internamente - © www.giornaledibrescia.it
La produzione: tutto viene realizzato internamente - © www.giornaledibrescia.it

A Gambara tutto viene realizzato internamente, con maestranze locali (soprattutto donne) che possiedono decenni di esperienza, alle quali si affiancano le giovani leve: ultimamente ne sono state assunte ben 12 portando il numero dei dipendenti a 152. Malgrado i pesanti trascorsi finanziari lasciati da Wise (la precedente proprietà) e, successivamente il fermo per Covid, il brand non ha perso appeal. «Chi indossa un capo Boglioli è come se indossasse una seconda pelle» dice Russo. Questo grazie alla scelta dei tessuti, che vede una costante ricerca in sinergia con i tessitori biellesi, allo studio e messa a punto dei modelli, al taglio computerizzato, poi la produzione e lo stiro, sino al «sancta sanctorum» finale, la stanza del controllo che non avviene a campione, bensì capo per capo, «perché nessun prodotto Boglioli può essere consegnato se non è perfetto».

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