Bilanci d’acciaio 2025: nel siderurgico dopo 3 anni torna l’ottimismo

Un 2024 con produzioni siderurgiche in calo; un 2025 che si presenta simile; ed un 2026 che potrebbe rappresentare la luce in fondo al tunnel, almeno nel breve periodo. È l’andamento economico e di mercato tracciato dall’indagine di Siderweb e contenuta in Bilanci d’acciaio 2025, un’analisi realizzata sui dati del biennio 2022-2024 di 1764 imprese italiane per un valore superiore ai 70 miliardi di euro. I numeri presentati ieri a Villa Fenaroli di Rezzato – dopo l’introduzione del ceo di Siderweb, Paolo Morandi e di fronte a una platea ancora una volta molto numerosa – confermano il forte rallentamento di tutta la filiera dell’acciaio.
Il fatturato è calato sul 2023 del 9%, gli utili del 30%, il valore aggiunto (la differenza tra la ricchezza prodotta e i consumi sostenuti per distribuirla ai portatori di interesse) del 15% e l’Ebitda di 2 punti, passando dal 6,9 al 4,9%.
Gli interventi
Come spiegato dal professor Claudio Teodori – docente dell’Università di Brescia che ha lavorato a Bilanci d’acciaio con il collega Cristian Carini e con l’esperto di Siderweb Gianfranco Tosini – «nel 2024, dopo i cali del 2023, si è assistito a un ulteriore ridimensionamento sia dei ricavi (-9,1%) sia del valore della produzione (-8,4%), mentre l’incidenza del valore aggiunto sul fatturato si è assestata al 14,7%. Considerando l’intero periodo analizzato (2022-2024, ndr), la riduzione media del fatturato è stata del 12,1%». Elemento positivo, anche se modesto, è la gestione patrimoniale, visto che la corsa all’indietro si è stoppata».

Il responsabile dell’Ufficio studi di Siderweb, Stefano Ferrari ha invece sottolineato come «la solidità delle imprese ha ancora una buona consistenza soprattutto per la capacità di autofinanziarsi; diversamente la redditività operativa tra 2023 e 2024 si è contratta di tre punti percentuali, la redditività sulle vendite è scesa dall’8,3% al 3,3%, il reddito netto è arrivato al 2% quando nel 2022 era al 6%, mentre il commercio del rottame è stato stabile».
Proprio il rottame è considerato dalle imprese italiane il materiale cruciale nel lavoro di riconversione verso l’elettrico, ritenuto «rilevante» dal 36% degli imprenditori intervistati e «molto rilevante» dal 26%, con un limitato 2% che lo riterrebbe invece di «importanza trascurabile».
Le previsioni sul 2026
Con il 2025 ormai agli sgoccioli, buona parte dell’interesse è stato attirato dalle previsioni sul 2026, per cui si è svolta una tavola rotonda a cui hanno partecipato il presidente di Federacciai Flavio Bregant, la presidente di Assofermet Cinzia Vezzosi, il direttore di Fincantieri Davide Conte e il membro del consiglio della Danieli, Antonello Mordeglia. Il focus sull’andamento economico atteso ha rivelato che il 54% delle imprese coinvolte nella ricerca prevede per il 2026 un aumento dell’ebitda sul fatturato (era il 17% nel 2025), il 34% prevede stabilità (era il 30%), e solo il 13% una riduzione (contro il 52% del 2025).
A dimostrare la dinamicità del settore e la determinazione di chi amministra le imprese nel continuare a cercare la strada buona, sono gli investimenti, il vero termometro sul futuro. Nonostante le difficoltà, il totale degli investimenti del campione osservato da Siderweb ha raggiunto 1,791 miliardi di euro, in avanzamento del 13,8% rispetto al miliardo e 680 milioni del 2023.
La prima componente è rappresentata da impianti e macchinari, anche se non mancano investimenti strutturali in terreni e fabbricati. Una parte dell’indagine, curata da Gianfranco Tosini, si è occupata anche della condizione di 180 grandi gruppi internazionali.
L’interessante analisi ha sfatato il mito della crescita infinita del colosso Cina, evidenziando come i suoi 35 principali gruppi siderurgici «oggi non si pagano nemmeno i costi operativi del lavoro», e negli ultimi tre anni hanno subito contrazioni medie della redditività, passata dall’1,67% del 2022, allo 0,91% del 2023 e allo 0,14% del 2024.
Le aziende premiate
Durante il convegno, Siderweb ha premiato per il dodicesimo anno le aziende siderurgiche distinte per i migliori tassi di crescita e redditività. Tra le migliori sei, due sono bresciane: Steel and Metals di Rodengo Saiano e Snar Eusider Laminati di Brescia.
La prima specializzata nel recupero e nel commercio di rottami e, si occupa anche del controllo qualità dei materiali recuperati; la seconda, fondata nel 1950 a Brescia dall’Ing Lodovico Giordani, si occupa della laminazione a freddo di nastri in acciai speciali ad alto tenore di carbonio per automotive e elettromeccanica. Le altre premiate sono Acciai Speciali Zorzetto, Tubifal, Profilumbra e Acciaierie Valbruna.
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