Economia

Banca Valsabbina ha chiuso il 2023 con il migliore utile di sempre

Il bilancio segna un utile netto di 50 milioni di euro, in crescita del 21% rispetto ai 41,4 milioni del 2022
La sede bresciana di Banca Valsabbina - Foto © www.giornaledibrescia.it
La sede bresciana di Banca Valsabbina - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Il 2023 è stato un anno da incorniciare per Banca Valsabbina che ha chiuso il bilancio con l’utile netto più alto di sempre: 50 milioni di euro, in crescita del 21% rispetto ai 41,4 milioni del 2022.

Ricordiamo che l’istituto di credito popolare bresciano è presente con 71 filiali, di cui 43 in provincia di Brescia, 8 in provincia di Verona e 3 a Milano; impiega più di 845 dipendenti, gestisce masse per 11 miliardi di euro.

La raccolta diretta si è attestata a 5,2 miliardi, in aumento del 6,7% principalmente per effetto della crescita di forme di raccolta a scadenza, come time deposito e prestiti obbligazionari. La raccolta indiretta si è attestata a 3,1 miliardi di euro, in aumento di 381 milioni, con una crescita del 13,9%. Si conferma importante il contributo del risparmio gestito che ammonta ad 2 miliardi (+ 9%). La raccolta complessiva ammonta quindi a 8,3 miliardi di euro, in crescita del 9,3% .

Gli impieghi a clientela sono pari a 3,7 miliardi, in calo del 3% rispetto al 2022, anche tenuto conto del rallentamento generalizzato della crescita economica e della minor domanda di prestiti, influenzata dalle mutate condizioni di mercato.

L’impegno per il territorio

Nell’anno appena concluso Banca Valsabbina ha sostenuto il territorio erogando circa 4.400 finanziamenti per un totale di 686 milioni, di cui 350 milioni rappresentati da mutui ad imprese assistiti da garanzie statali. Il sostegno alle famiglie per l’acquisto della casa si è invece concretizzato attraverso la concessione di mutui ipotecari a privati per circa 170 milioni. Il margine d’interesse raggiunge quota 153,2 milioni (+8%), sia per il contributo dell’operatività della gestione caratteristica verso la clientela che per l’aumento dei tassi.

Gli altri numeri

Il margine di intermediazione risulta pari a 243,2 milioni, in crescita del 14,3% (+30,5 milioni), raggiungendo il più alto livello di ricavi di sempre. I costi operativi ammontano a 134 milioni e registrano un incremento del 9%, riconducibile alla crescita dimensionale ed operativa della banca.

L’utile ante imposte ammonta a 72 milioni (+ 14,2 milioni), mentre l’utile netto si attesta a 50,1 milioni, con un aumento di oltre 8,6 milioni (+ 21%). Una forte crescita, ma anche molto solida. Lo dimostra lo stock di crediti deteriorati lordi (NPL) che è diminuito da 186 milioni a 184 milioni con un NPL Ratio Lordo, pari al 4,7%, è pressoché stabile, pur a fronte di un fisiologico calo degli impieghi.

Il patrimonio netto è pari a 450 milioni di euro (+16%).

All’assemblea dei soci i vertici della popolare proporranno la distribuzione di un dividendo unitario in denaro di 0,50 euro per azione, in linea con l’erogazione dello scorso anno.

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