Automotive, energia e geopolitica: come sarà il 2025 per l’economia

L’analisi a consuntivo dei mercati non può prescindere dalla congiuntura del 2024 che già si riverbera sul 2025, iniziando dal considerare le incertezze e i timori disseminati dalle vicende geopolitiche: la pacificazione negli scacchieri russo-ucraino e mediorientale appare lontana, mentre le tensioni tra Cina e Taiwan evocano instabilità.
Politica trumpiana
Le inquietudini riguardano anche le intenzioni di Trump, che sembra voler imperniare il suo mandato sull’isolazionismo e sul protezionismo: politiche che rischiano di innescare guerriglie commerciali, destabilizzando la globalizzazione già indebolita dalla frammentazione degli scambi e dal blocco del Canale di Suez. Eventi che congiurano per polarizzare l’interscambio internazionale entro blocchi geo- economici contrapposti, alterando equilibri raggiunti nel corso dell’ultimo ventennio.
Inflazione, tassi e cambio
Nell’anno che si chiude la Bce e la Fed hanno tagliato i tassi rispettivamente quattro e tre volte nel quadro di strategie monetarie divergenti a causa delle diverse attese inflazionistiche: stazionarie in Usa, ribassiste in Europa.
Nel 2025 la Fed lascia dunque presagire una limatura dei tassi più leggera rispetto a quella della Bce, fomentando aspettative di un ampliamento del differenziale tra i rendimenti dei bond denominati in dollari e in altre valute. Il coerente rafforzamento della divisa americana già preoccupa sia l’Europa, che teme fiammate inflattive, sia l’amministrazione Trump che confida in una moneta debole non solo per stimolare le esportazioni, ma anche per evitare l’affievolimento dei vantaggi derivanti dai dazi alle importazioni.
Mercati finanziari e azionari
Malgrado il debole contesto economico, come dimostra la decrescita del Pil globale, l’abnorme flusso di liquidità immesso nel sistema finanziario nel periodo post-pandemico riesce tuttora ad alimentare e sostenere i rialzi record di Wall Street.
Più plausibili i massimi storici dell’oro, tornato a svolgere il suo ruolo di bene rifugio, mentre le vette stratosferiche raggiunte dalle quotazioni del Bitcoin si debbono alle dichiarazioni del nuovo inquilino della Casa Bianca, che si propone presidente della «cripto-capitale» planetaria.
I mercati azionari europei continuano invece a rappresentare un’area economica fiaccata dalla crisi dell’Automotive, dalla burocrazia soffocante e dai costi energetici troppo elevati
Commodity
La svigorita domanda mondiale ha orientato al ribasso i mercati delle commodity per l’intero anno, originando dinamiche poco volatili dei prezzi.
La Cina si conferma attore chiave, subendo la crisi del suo comparto immobiliare: da oltre due anni i mercati siderurgici e metallurgici di tutto il mondo soffrono infatti la pressione dell’offerta esercitata dai surplus del colosso asiatico, che continua a produrre più di quanto la sua manifattura e la sua edilizia riescano ad assorbire.
Infine, mentre i Paesi europei, e in particolare l’Italia, patiscono il caro energia, si annunciano le nuove trivellazioni autarchiche americane, destinate a produrre effetti depressivi sui prezzi del petrolio, del gas naturale e delle filiere petrolchimiche
Solo il paniere dei beni agro-alimentari registra il sistematico rialzo dei prezzi, che seguiterà a zavorrare il processo deflazionistico anche nel 2025: anno che, in definitiva, si prospetta con un Pil globale in ulteriore frenata, con un’inflazione in progressivo contenimento e con l’abbassamento dei tassi nella maggior parte dei Paesi.
Achille Fornasini, responsabile FinTrend.Lab di UniBs
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