Salumi a km zero tra balle di fieno e bancali: ecco l’ApePork

Si definisce «la ragazza Apepork», Laura Marchesini, giovane imprenditrice fresca fresca di premiazione all’Oscar green 2025 «Campagna Amica», iniziativa regionale giunta ormai alla sua 18esima edizione e in scena ieri a Palazzo Gallio, nel Comasco. La storia di Marchesini, 30enne bedizzolese che dell’attività di famiglia ha fatto non solo la sua passione ma anche una vera occasione di innovazione (l’Apepork da lei ideato è diventato un must non solo per l’azienda agricola Marchesini ma per il territorio bresciano in generale), è emblematica dell’entusiasmo ma anche della svolta di modernità che le nuove generazioni possono portare anche in attività considerate più tradizionali.
La storia
Entrata nell’azienda agricola di famiglia appena terminate le scuole superiori («sapevo già che quello era il lavoro che volevo fare», dice), Laura Marchesini si dedica alla parte commerciale e cura i rapporti con il cliente, animata dal medesimo amore che ha condotto i genitori a portare avanti l’attività per tutti questi anni, con una logica moderna che partendo dai cereali per l’alimentazione arriva all’allevamento dei suini, al macello ed alla stagionatura dei salumi.
Gli stessi salumi che sono oggi i protagonisti indiscussi dell’Apepork lanciato proprio da Laura per ri-attualizzare un momento conviviale che nel nostro territorio non ha mai perso appeal. L’Apepork infatti, altro non è che un «agri-aperitivo a Km zero» durante il quale i consumatori, immersi in un tipico contesto rurale tra balle di fieno e bancali di legno, oltre ad assaggiare i salumi aziendali (e senza glutine) possono degustare i prodotti di diverse aziende agricole del territorio appartenenti alla rete Campagna Amica, dai formaggi alle composte, dal vino alla frutta.
L’intuizione e il premio
L’intuizione di Apepork e la sua promozione sui social, Instagram in primis, permettono inoltre a Laura anche di dar vita ad una community, sempre più numerosa e sempre più vicina alla campagna e al cibo prodotto dagli agricoltori locali.
«Questo premio è un traguardo importante, ma anche un punto di partenza - commenta Laura Marchesini nel ritirare il riconoscimento -: continueremo a credere nell’innovazione, nella qualità e nel legame con il nostro territorio. Oggi festeggiamo non solo un premio, ma anche una comunità che sa unire tradizione e futuro».
Sì, la tradizione ed il futuro, i due binari tra cui si muovono i giovani imprenditori, anche agricoli. Del resto, in provincia di Brescia sono oltre 700 le aziende agricole gestite da under 35, sempre più sensibili ai temi dell’innovazione perché, sottolinea la presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti, «il ricambio generazionale è la chiave per garantire vitalità e continuità al settore». E gli Oscar Green di Coldiretti ne sono la prova, almeno per Brescia, che ha presentato ben sette progetti che spaziano dalla rinascita sostenibile della stalla al frutteto «social», passando per l’agricoltura di montagna, l’allevamento delle lumache, l’agrimacelleria e l’abbattimento dell’impatto ambientale.
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