Economia

Allarme gas, Brescia chiede interventi subito o sarà chiusura

Il costo dell'energia per le aziende è diventato insostenibile. Gli imprenditori chiedono a Draghi: «Scostamento di bilancio»
Gas naturale - © www.giornaledibrescia.it
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Un’altra brutta botta per il gas ieri sul mercato dei futures ad Amsterdam. Il prezzo ha raggiunto livelli record: prima 315 euro (+8%), poi un assestamento, intorno ai 310 euro, infine chiude a 321 euro, al megawattora.

Gli sbalzi sono legati ai timori di uno stop delle forniture russe verso l’Europa. C’è allora poco da dire e molto da preoccuparsi se in un’azienda bresciana come la «BTT srl», testimonial associativamente indipendente sulla questione del gas (azienda di trattamenti termici per il consolidamento metalli), i costi dell’energia sono arrivati al 97% ai quali si sommano quelli del personale, dei servizi, delle materie prime: valori che consentono di comprendere come il conto economico sia in ginocchio prima ancora di esser chiuso se in un anno si spendono 900mila euro per l’energia e 1,5 milioni per il gas con un fatturato di 2,4 milioni.

Le voci dal territorio

La drammaticità del problema dell’energia, espressa da più voci imprenditoriali diverse per un problema così riassumibile: chi come BTT, che a luglio 2021 aveva di fronte una bolletta di 150mila euro di costo dell’energia elettrica, ad agosto di quest’anno ha dovuto confrontarsi con un costo di 1milione e 453mila euro con un aumento del 1000%.

Comprensibilmente forte la preoccupazione sia per le tariffe ma anche per forniture ed eventuali razionamenti «timori che sono effetto di un profondo disorientamento rispetto a quanto si sta assistendo» commenta il presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta. E il segnale potrebbe arrivare solo dal Governo «cui sollecitiamo un’azione straordinaria immediata» dice Clemente Bugatti, la cui famiglia guida Aignep, Ilcar, Picchi e Lada Illuminotecnica, 340 dipendenti e 103 milioni di ricavi. «Un’azione - aggiunge l’imprenditore - senza attendere il 25 settembre e che vada oltre il comprensibile orgoglio del Governo di non lasciare un disavanzo per la copertura degli extra costi». Se anche non venisse mantenuta la positività dei conti pubblici italiani con uno scostamento di bilancio, aggiunge Bugatti, «il nostro rispetto e la nostra riconoscenza verso il presidente del Consiglio uscente rimarranno inalterati».

In Ori Martin, Giovanni Marinoni, intervenendo ieri a Rai 3 sul problema energia, ha ri-sottolineato le difficoltà della siderurgia dicendo che «serve energia a prezzi sostenibili». «Siamo passati - ha detto Marinoni - da un PUN (prezzo unico nazionale) di 60 euro a 700 euro con costi che rischiano di mettere in ginocchio un’intera filiera».

Il tema delle speculazioni

Un’opinione diffusa che prende sempre più corpo è che le cause dei rincari rientrino in concatenazioni i connesse non solo alla guerra, ma anche a un ruolo pesante sul mercato degli hedge fund che hanno generato una scarsità artificiale di gas (di cui Olanda, Norvegia e Gran Bretagna sono gonfie) e portato le quotazioni ad un livello insostenibile ancor prima del conflitto in Ucraina.

Si è ritornati insomma all’equivalente dei famosi «barili di carta» di prima della grande crisi finanziaria del 2008, quando per un barile di petrolio fisicamente scambiato, sul mercato di New York si negoziavano 100 barili con contratti future. Future per il gas che oggi sono sul mercato anche con orizzonte il 2023. Quanto a chi vuole il tetto del prezzo del gas e chi non lo vuole, la ragione è semplice: chi ne ha tanto (come i paesi del Nord) preferisce venderlo a chi non ne ha. Il tempo dei rigassificatori è vicino.

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