Economia

Al Vinitaly Brescia da protagonista: applausi per il Lugana

Debutto positivo alla fiera di Verona. Il Lugana è in testa alla classifica dei dieci vini con il maggior incremento di consumi
Al Vinitaly di Verona sono numerose le eccellenze lombarde e bresciane - Foto © www.giornaledibrescia.it
Al Vinitaly di Verona sono numerose le eccellenze lombarde e bresciane - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Centotre cantine rappresentative di un territorio che ogni anno inebria il mondo con 40 milioni di bottiglie per lo più a Denominazione di qualità: Brescia al Vinitaly vanta un ruolo da protagonista.

L’ha dimostrato ieri, al debutto della celebre rassegna di Verona (tornata in presenza a distanza di tre anni dall’ultima edizione e dopo l’edizione speciale avvenuta nel 2021) stuzzicando l’interesse di appassionati ed esperti.

Il programma

La kermesse, che accende i riflettori su 4.400 aziende, prosegue questa mattina al Padiglione Lombardia con il Consorzio Garda Doc che propone, alle 10, degustazioni con buyer esteri, e il Consorzio Valtènesi che a mezzogiorno tiene la masterclass «Valtènesi, il Mediterraneo tra le Alpi». Nel pomeriggio, dalle 14, entreranno poi in scena Ascovilo e il Consorzio Tutela Grana Padano con un convegno dedicato al «made in Italy» (sul tema interverrà l’assessore regionale Fabio Rolfi) e all’informazione enogastronica. Ascovilo, ricordiamo, è l’associazione che raggruppa 13 Consorzi vitivinicoli lombardi. Nel suo salotto veronese da 184 mq consente di «assaggiare i vini Dop e Igp dei nostri Consorzi in abbinamento alle diverse stagionature di Grana Padano servite dai maestri assaggiatori dell’Onaf - sottolinea la presidente Giovanna Prandini -. Vino e formaggio: due filiere della agricoltura di eccellenza lombarda che ambiscono a proporsi insieme nei mercati europei». Lo sottolinea anche Renato Zaghini, presidente del Consorzio di tutela del Grana Padano: «Nel 2022 rafforziamo una collaborazione che, nonostante i limiti della pandemia, ha già dato lo scorso anno ottimi risultati».

Domani avanti tutta con le masterclass bresciane (il programma completo della fiera è disponibile su Vinitaly.com): alle 14 il Consorzio Valtènesi propone «Tuchì, un piccolo chicco con una grande storia» e alle 16.30 il Consorzio Tutela Lugana invita a conoscere «Il Lugana in sei atti». Mercoledì, ultimo giorno della kermesse, sul palco salirà la Valcamonica: a mezzogiorno il Consorzio locale ha fissato una masterclass su «I vini bianchi delle pendici della Valcamonica», mentre alle 13.30 si parlerà de «I vini rossi della montagna camuna».

L'analisi

Ieri al taglio del nastro di Vinitaly era presente il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli. Coldiretti ha diffuso un’analisi su dati Infoscan Census dalla quale emerge che i vini italiani occupano i primi dieci posti delle bottiglie con il maggior incremento dei consumi in termini di volume. E il Lugana guida la classifica con un aumento delle vendite del 34% nell’ultimo anno, davanti ai veneti Amarone (+32%) e Valpolicella Ripasso (+26%).

«La speciale top ten evidenzia risultati sorprendenti con un profondo cambiamento nelle abitudini di consumo degli italiani che in tempo di pandemia e tensioni internazionali - sottolinea il presidente Ettore Prandini Coldiretti - premiano anche negli acquisti di vino le produzioni legate al territorio, da quelle più blasonate a quelle che negli ultimi anni hanno saputo conquistarsi un fiorente mercato. Il futuro dell’agricoltura italiana ed europea dipende quindi dalla capacità di promuovere e tutelare le specificità territoriali che sono state la chiave di successo nel settore del vino».

Il vino italiano - è stato evidenziato a Verona - ha segnato nel 2021 il record storico di fatturato, quasi 13 miliardi di euro, per effetto del balzo dell’export e dell’aumento in valore dei consumi interni. A trainare il fatturato è stato soprattutto l’aumento delle esportazioni, cresciute del 12% nel 2021 (7,1 miliardi di euro), ma ad aumentare sono stati anche gli acquisti familiari (+2,1% nella distribuzione commerciale), mentre il resto viene dalla ristorazione.

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