Prezzi dei terreni al top nella Bassa: picco di 145mila euro per ettaro

Sostanzialmente stabile la compravendita di terreni agricoli nel 2024, con una lieve prevalenza della domanda sull’offerta. Il prezzo medio dei terreni agricoli per ettaro continua a presentare significative differenze, con il picco di 47.100 euro ad ettaro nel Nord-Est, seguito dal Nord Ovest con circa 35.200 euro (+2,3%), e valori decisamente inferiori al Centro e al Sud, mediamente al di sotto dei 16.000 euro, fino ad arrivare ai 9 mila delle Isole.
Sono queste le risultanze della 75esima edizione «Indagine sul mercato fondiario», curata dai ricercatori del Crea Politiche e Bioeconomia.
I valori a Brescia
Significative differenze si registrano anche mercato fondiario nella provincia di Brescia che mostra dinamiche nette tra la pianura, dove prevalgono superfici agricole di pregio, e le aree montane, caratterizzate da prezzi più contenuti ma con nicchie di valore.
L’analisi stilata da Simone Frusca responsabile area tecnica Coldiretti Brescia – effettuata su riferimento ai Valori Agricoli Medi (VAM) ed ai listini dell’Osservatorio dei Valori Agricoli, oltre al listino immobiliare della camera di commercio di Brescia, sezione agraria – lo conferma.
In pianura la domanda è guidata dalla qualità del suolo e dalla vicinanza ai centri di trasformazione: i seminativi «ordinari» non irrigui si collocano nella fascia decine di migliaia di euro per ettaro, con quote tipiche tra circa 70.000 e 110.000 euro/ha a seconda della qualità e dell’area della provincia.
Per le superfici irrigue e i prati di qualità (usati per colture intensive e foraggere) i valori salgono: i riferimenti di listino mostrano valori che possono arrivare fino a circa 130.000 euro/ha e, in casi di prato irriguo di elevata qualità, fino a 145.000 euro/ha nelle aree migliori della pianura bresciana. I frutteti e le colture «speciali» (vite, olivo in microzone idonee) costituiscono un altro segmento con premi di prezzo: vengono valutate più in alto rispetto ai seminativi standard, anche per il valore paesaggistico e la redditività specifica.
I vigneti
In particolari i vigneti mediamente, nelle zone Doc e Igt della nostra provincia oscillano fra i 150.000 euro e i 300.000 euro per ettaro. Nelle zone pedemontane e collinari il mercato resta vivace ma più frammentato: superfici di qualità intermedia si attestano spesso nella fascia centrale dei listini, influenzate dalla pendenza, dalle infrastrutture e dall’accesso ai servizi.
In montagna, nelle principali valli bresciane e nelle zone alpine, i valori medi risultano nettamente inferiori rispetto alla pianura: pascoli e boschi cedui spesso viaggiano su livelli molto modesti per ettaro, con valori medi di ordine di grandezza inferiori rispetto ai seminativi della bassa pianura.
I boschi
I boschi si aggirano intorno ai 13.000 euro per ettaro. Anche qui si registrano eccezioni quando il terreno ha valore boschivo commerciale, prato adatto al pascolo del bestiame e ben servito dalla viabilità montana oppure potenziale turistico. In questi casi ci sono quotazioni che arrivano ai 90.000 euro per ettaro.
Situazione stabile
L’Osservatorio OVA e i report statistici confermano una situazione «stabile ma selettiva»: non ci sono, al momento, fenomeni di boom generalizzato, ma il mercato premia la qualità produttiva e la vicinanza a reti di commercializzazione, mentre la montagna resta un mercato più di nicchia legato alle singole situazioni.
Sia dall’analisi del Crea come dalla ricerca Coldiretti Brescia emerge, comunque, un dato inconfutabile: la solidità e la capacità di adattamento dell’agricoltura italiana, anche in un contesto complesso, segnato dalle tensioni internazionali e dai cambiamenti climatici.
«È ora – spiega il presidente Crea, Andrea Rocchi – fondamentale valorizzare il suolo agricolo come risorsa strategica, sostenendo la redditività delle imprese e promuovendo un uso sostenibile del territorio, perché valorizzare la terra significa investire nel futuro del Paese».
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