Economia

A2A, l’impatto del «caro-prezzi» sull’utile sarà di 50 milioni di euro

La multiutility registra un balzo dei ricavi (+155%) e dei costi motivati dai rincari dell’energia
L’amministratore delegato Renato Mazzoncini - © www.giornaledibrescia.it
L’amministratore delegato Renato Mazzoncini - © www.giornaledibrescia.it
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Per A2A, le previsioni sull’esercizio 2022, nonostante l’impatto negativo del Dl «Sostegni ter», prevedono un ebitda compreso tra 1,40 e 1,45 miliardi di euro, in linea con quanto indicato nel piano strategico 2021-2030 annunciato a fine gennaio. Peraltro, l’utile di gruppo di quest’anno, al netto anche delle poste non ricorrenti, tra cui anche le fatidiche misure «taglia-prezzi» previste dal «Dl aiuti», è atteso tra 330 e 370 milioni di euro.

Ieri l’amministratore delegato Renato Mazzoncini ha illustrato i risultati della trimestrale aggiornata al 31 marzo, ammettendo che il board della multiutility ha fatto una stima sull’impatto delle misure del «caro-prezzi» e «nel caso in cui il prelievo passi dal 10 al 25% - ha detto il manager bresciano -. Gli effetti sull’utile dovrebbero essere di una cinquantina di milioni di euro».

Il quadro

A2A chiude il primo trimestre dell’anno con un utile netto a 201 milioni di euro, in crescita del 47,8% rispetto ai 136 milioni di euro dello stesso periodo del 2021, con il contributo derivante dalla cessione di alcuni asset immobiliari.

In aumento anche i ricavi che si attestano a 5,54 miliardi, in crescita del 155% rispetto al primo trimestre del 2021, con l’effetto dell’incremento dei prezzi delle materie prime energetiche, a cui è corrisposto un analogo incremento dei costi di approvvigionamento.

Tant’è che il margine operativo lordo è pari a 389 milioni di euro, in diminuzione del 2% rispetto primo trimestre 2021. Nei primi tre mesi dell’anno gli investimenti ammontano a 186 milioni (+20%). «Quello chiuso è un trimestre che si inserisce in uno scenario complesso - ha evidenziato Mazzoncini -. L’azienda ha registrato ricavi che sono aumentati in modo enorme, figli dell’aumento dei costi energetici ma con la contropartita dei costi di approvvigionamento».

Per di più, «Il dato importante che voglio sottolineare - ha aggiunto - è quello degli investimenti. Abbiamo lanciato un piano nel 2021 e poi lo abbiamo rafforzato nel 2022 per sostenere la transizione. Il piano si conferma ancora solido». L’incremento del costo dell’energia è un «problema anche per aziende come la nostra che producono. Ci auguriamo che il mondo torni al più presto possibile ad una normalità.

Tra la produzione di energia da fonti rinnovabili possiamo notare come l’idroelettrico sta soffrendo con un 30% in meno nella media degli ultimi dieci anni, per effetto delle scarse piogge di questo inverno», conclude Mazzoncini.

La produzione

Nel primo trimestre del 2022, A2A ha prodotto energia per 73 Gwh da fonti fotovoltaiche ed eoliche, rispetto ai 31 Gwh dello stesso periodo del 2021. Il gruppo, inoltre, si è aggiudicato 5,4 Gw di capacità, di cui 1,3 Gw di nuova capacità nell’asta del capacity market per l’anno di consegna 2024. Prosegue inoltre l’impegno di A2A anche sul fronte della finanza sostenibile.

A marzo la società ha collocato con successo il suo secondo Sustainability-Linked Bond per 500 milioni di euro collegato al raggiungimento di un target al 2024 di sostenibilità relativo alla capacità installata da fonti rinnovabili. A seguito di questa operazione la quota di debito sostenibile sul totale del debito lordo di Gruppo al 31 marzo 2022 ha raggiunto il 49%.

Lo scenario

Il conflitto in atto fra la Russia e l’Ucraina sta «ulteriormente aumentando la volatilità del prezzo delle commodities energetiche, già molto elevata, prima dello scoppio della guerra».

A2A, nell’ambito dell’attività industriale di generazione di vettori energetici e della loro commercializzazione all’ingrosso, sta gestendo la crescente volatilità del prezzo del gas sia attraverso il «monitoraggio dei limiti di esposizione al rischio commodity sia attraverso l’ottimizzazione delle strategie di acquisto e vendita». La società si è comunque dotata di spazio di stoccaggio di gas che sta «prontamente riempendo in modo da detenere forme di flessibilità che gli permettano di ridurre gli impatti di eventuali momenti di stress delle importazioni di gas in Italia».

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