A creare cibo siam bravi (un po' meno a fare start up)

Siam bravi siam belli, l'Italia il più bel Paese del mondo, nessuno come noi ha tanti monumenti, il genio italico, il buon gusto italiano, la bellezza italiana, il genio italiano, per non parlare del cibo italiano buono come nessuno altro sa fare. E via via un tripudio di quanto siam belli e bravi. Viva l'Italia e avanti a sbrodolare.
Intendiamoci: bravi siam bravi a far tante cose, ad avere qualche lampo di genio (senza esagerare). E quindi ricordiamo che non ci fosse stata la Cia, la Olivetti già sessanta o settanta anni fa avrebbe invaso il mondo con i suoi computer; che se non avessimo avuto sussulti razzisti o giù di lì il Meucci (e non mister Bell) avrebbe avuto il brevetto del telefono e quindi poi e a nostra volta avremmo potuto essere i numeri uno anche nei telefonini; che vuoi mettere la Francia e le sue maison quando ben si sa che sono i nostri artigiani i veri maghi della moda. E avanti andare in un continuo autoesaltarci e poi guardarci quel che siamo. Sembriamo bravi a far tutto, ma poi c'è sempre un qualche inghippo.
Detto e considerato questo verrebbe da aggiungere: e quindi, in un posto così, in quella che potremmo chiamare la Food-Valley del mondo chissà quante nuove aziende staranno nascendo a servizio, a corollario, a sostegno del cibo (e del vino, ovviamente) italiano. Un bel corno: sì, d'accordo, qualcuna nasce ovviamente, ma poca roba, troppa poca roba. In quello che se non il primo è il secondo Paese al mondo per riconosciuta eccellenza agro-alimentare non mi accontento del 15esimo posto.
Nel mondo sono nate in questi ultimi anni circa 1200 start up che si occupano a titolo vario di agro-alimentare. Sapete quante in Italia? Il 2%. Ma si può continuare a vivere così? Porca la miseria: siamo il meglio del mondo in questo ambito e solo il 2% delle nuove aziende innovative che nascono si occupano di agroalimentare? E allora negli Usa, patria di tanta roba, ma non certo del buon cibo che cosa dovrebbero dire? Eppure là sono nate il 27% delle start up agrotecniche, il 7% in India e un altro 7% in Gran Bretagna, il Canada ha il 6%, la Germania il 3%. Poi qualche altro e poi noi: al 2%.
Magari qualcosa in più lo si saprà il prossimo 16 marzo, quando l'Osservatorio Smart Agrifood (Polimi e Unibs) presenterà i dettagli del rapporto 2022. Ma per ora siamo lì, al 2%. Ma io so già come andrà: troveremo decine di buone ragioni per dire e dirci che comunque siamo bravi, abbastanza bravi, toh! E d'accordo: magari noi siamo bravi, ma gli altri un po’ di più. La classifica non mente: il 7% di 1200 è più del 2% di 1200. Ma noi siamo bravi. Sapete perchè? Perchè la classifica non dice tutto... E daie...
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