A Capo di Ponte cresce il tartufo di Manganoni

Adriano Baffelli
In località Videt il 38enne bresciano ha recuperato i terreni di famiglia e ha dato vita a un’attività di successo, oltre a un’associazione e a diverse partnership
Giacomo Manganoni, titolare della tartufaia di Capo di Ponte - Foto © www.giornaledibrescia.it
Giacomo Manganoni, titolare della tartufaia di Capo di Ponte - Foto © www.giornaledibrescia.it
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Al cospetto delle due montagne sacre per gli antichi camuni, la Concarena e il Pizzo Badile, in località «Videt» di Capo di Ponte cresce il progetto agricolo di Giacomo Manganoni. Il tartufo è un fungo che vive in simbiosi con l’albero ospite, in genere una latifoglia. Nel suo impianto sono state messe a dimora piante di carpino nero, leccio e roverella. «Alberi micorizzati – spiega l’appassionato tartufaio – con radici sulle quali vive il fungo, premessa perché si crei la simbiosi tra il tartufo e la pianta ospite».

La tartufaia Manganoni è ormai al nono anno e lo sviluppo continua. Il 38enne agricoltore ha recuperato terreni di famiglia e sulle porzioni non idonee per ottenere i tartufi ha piantato lavanda, aggiungendo alla suggestione delle Langhe in sedicesimo camuno anche quello di una replica locale dello scenario provenzale.

Il mercato

Le vendite del tartufo sono orientate a strutture ricettive e a privati. Giacomo Manganoni si occupa anche di marketing e lavora su più progetti: «Prossimamente costituiremo due società di capitali in Italia e in Baviera, Manganoni Srl e la Manganoni Gmbh – racconta – con la partecipazione di soci finanziatori, uno dei quali tedesco».

L’associazione

Oltre alla sfera societaria, Giacomo crede nell’impegno a favore dello sviluppo territoriale e, dopo aver promosso l’Associazione dei tartufai di Valcamonica, ha dato vita all’associazione «La Valcamonica e il tartufo», a suo dire: «Nata dalla profonda passione per la Valcamonica, per la montagna. Mi fa piacere che la gente possa conoscere e apprezzare i prodotti locali e il tartufo autoctono». L’associazione collabora con la Scuola Alberghiera e con varie realtà camune, tra le quali la Comunità montana, l’Associazione ristoratori camuni e il Gal Sebino Valle Camonica. Progetti sono in corso anche con Marta Ghirardelli e Daniela Rossi della Federazione Guide Turistiche di Vallecamonica. Dalla collaborazione con varie realtà agricole e commerciali camune, tra le quali la Hygeia di Cividate Camuno, è iniziata la commercializzazione di polenta con formaggio Silter e tartufo e di risotto con funghi e tartufo.

Altre partnership che valorizzano il tartufo sono attive con un birrificio e con produttori locali di formaggio.

I listini del tartufo indicano da un minimo di cento euro al chilo per il tartufo nero estivo sino ai quasi tre, quattromila euro al chilo di media per il tartufo bianco pregiato. Il prezzo del tartufo subisce numerose oscillazioni durante la stagione di raccolta di ciascuna varietà e può raggiungere dei prezzi record per gli esemplari più grandi e pregiati.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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