Cultura

Uno studio bresciano per restituire a Villa Medici l'incanto di Balthus

Miza e Paola Mucciarelli nel team che si è aggiudicato il recupero di una camera nella residenza, sede dell’Accademia di Francia a Roma
Miza e Paola Mucciarelli - © www.giornaledibrescia.it
Miza e Paola Mucciarelli - © www.giornaledibrescia.it
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Le tecniche pittoriche di Balthus per «restituire l’incanto» a Villa Medici. Lo studio bresciano AtelierMisto di Miza e Paola Mucciarelli è nel team che si è aggiudicato uno dei bandi dell’Accademia di Francia a Roma per il riallestimento delle camere degli ospiti della sua prestigiosa sede. «Balthus è stato direttore di Villa Medici dal 1961 al 1977 - chiarisce Miza, che ha ideato il progetto vincente «Pars Por Toto» (una parte per il tutto) con la collega architetta belga Eliane Le Roux, il team di artigiani siciliani Terre di Sciara fondato da Giannella Sanna e l’artista Pietro Toto -. In questo edificio Balthus ha oltrepassato la pittura, utilizzando tecniche pittoriche sui muri in modo molto architettonico, creando delle patine uniche, enfatizzando le volumetrie, con colorazioni molto leggere… i colori cerulei tipici dei suoi quadri».

Il progetto

«Lui ha dato per la prima volta “incanto” alla villa» spiega Miza, facendo riferimento al titolo del progetto dell’Accademia di Francia a Roma, realizzato in collaborazione con il Mobilier National e con il sostegno della Fondazione Bettencourt Schueller: «Restituire l’incanto a Villa Medici» attraverso il riallestimento delle sue nove stanze per gli ospiti, affidate ad altrettanti gruppi di architetti, designer e artisti che lavorano in stretta collaborazione con professionisti del mondo dell’artigianato artistico. Sono le camere che accolgono gli artisti per lunghe residenze, ma anche gli ospiti su prenotazione, come un piccolo albergo.

La ricerca

«Noi abbiamo fatto dei campioni di tutte queste colorazioni di Balthus - prosegue Miza -, come piccoli strappi, e abbiamo poi cercato in Italia chi potesse supportarci per uno studio contemporaneo di queste patine». La ricerca ha condotto a Terre di Sciara, che impiega una vecchia tecnica con l’utilizzo di terre vulcaniche che hanno cromie naturali molto particolari. «Lavorando con la calce viva si ottengono delle patine materiche molto interessanti - assicura l’architetta bresciana -. È così che il progetto prevede una rielaborazione delle volumetrie della villa e, a livello materico, il rivestimento della stanza con queste terre e cromie per rendere un ambiente unico ed evocativo, che sia in grado di cullare l’ospite».

L’ultimo «tocco» previsto dal progetto, che sarà svelato l’anno prossimo, è quello dell’artista Pietro Spoto, che supporterà le riflessioni sulla componente della percezione degli ambienti e della materia: «Anche lui ha analizzato tecniche antiche, come l’encausto e le saponificazioni - spiega Miza -, che noi vorremmo riportare nelle texture della camera, utilizzando cere e resine dei pini marittimi romani. Balthus strofinava i muri con casse di legno, noi vorremmo che Spoto portasse lo stesso gesto artistico per arricchire l’ambiente con patine opache, per far sparire l’individuo, ma al contempo lucide per farlo riapparire, in un gioco di cambio di superficie».

Il padiglione dell'Uzbekistan alla Biennale di Venezia di cui AtelierMisto ha realizzato il modello - Foto Giorgio De Vecchi
Il padiglione dell'Uzbekistan alla Biennale di Venezia di cui AtelierMisto ha realizzato il modello - Foto Giorgio De Vecchi

Artigianato

Il progetto «Pars por toto» è quindi un tuffo nel passato con tecniche evolute e linguaggi contemporanei, in linea con la matrice nostrana di Atelier Misto. «La tradizione artigiana bresciana è un patrimonio storico oggi diventato eccellenza mondiale - affermano le sorelle Mucciarelli, che dapprima hanno aperto lo studio a Parigi, mentre da otto anni si sono trasferite a Brescia, in via Aquileia - ed è proiettato nel futuro. Il nostro lavoro in qualche modo rispecchia questo saper fare. Siamo uno studio d’architettura ma non solo, facciamo anche modellistica, progettazione e grafica pubblicitaria e scultura». È un contesto eclettico dove si realizzano, concepiscono e progettano oggetti (prototipi, libri d’arte, sculture, modelli), una realtà che fa coesistere l’esperienza decennale di architettura a Parigi di Miza con l’esperienza di grafica d’arte di Paola.

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