Cultura

Una Grande Notte di Jazz da tutto esaurito al teatro Grande

Molti i momenti clou della maratona aperta da Greg Cohen. Il pubblico era numeroso e soddisfatto
  • La Grande Notte del Jazz al teatro Grande
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Sei concerti per sei anime del jazz. Continua il racconto de «La Grande Notte del Jazz», iniziato ieri sulle pagine del nostro quotidiano con la recensione dell’entusiasmante concerto inaugurale di Greg Cohen, Eleonora Strino e Zeno De Rossi, sabato sera nella sala principale del Teatro Grande.

Dopo lo show del trio, la nottata è proseguita e il pubblico si è diviso in tre percorsi con due spettacoli ciascuno, collocati contemporaneamente in altrettanti spazi del Teatro Grande: «Ground» nel Ridotto, «Air» in Sala Palcoscenico Borsoni, «Fire» nel Salone delle Scenografie.

Estremamente apprezzata, l’edizione numero 5 del festival firmato Fondazione del Teatro Grande, con la direzione artistica di Emanuele Maniscalco e Luigi Radassao, è stata un evento da tutto esaurito.

Nel Salone delle Scenografie

Il viaggio che ci ha portato a curiosare qua e là tra i vari show inizia dal Salone delle Scenografie. Qui i concerti di «Fire» sono aperti dall’Andrea Ruggeri Ensemble, formazione di 12 elementi con una consistente rappresentativa di bresciani. L’ARE propone «Musiche Invisibili», rivisitazione de «Le città invisibili» di Italo Calvino. Ruggeri & c. creano un impianto di grande effetto e gusto nell’incontro tra jazz e classica contemporanea, presa del rock e garbo della musica da camera. Un organismo che respira con delicatezza, emettendo suoni in evoluzione. Cinematografici ed evocativi, gli ARE tengono col fiato sospeso; senza dubbio una delle perle della serata.

Dentro il Ridotto

Nel Ridotto, nel frattempo, il percorso «Ground» è partito con «Folkways», progetto della cantante romana Costanza Alegiani che si snoda lungo le strade della tradizione americana: Bob Dylan, Woody Guthrie, versi di Emily Dickinson. Interessante «The Ice Skater», testo originale su una melodia irlandese, in cui una voce mistica si allarga sulle nebbie disegnate dal sassofono, volge verso le tinte di una ballad romantica caricata da un solo torrido di sax.

In Sala Borsoni

Dalla terra al cielo, lo sguardo si sposta verso il percorso «Air»: in Sala Borsoni c’è l’italo-svedese Ilaria Capalbo Quintet. Esibizione densa: bella spinta sonora, echi nordici e buona ricchezza espressiva tra jazz, progressive, ballad, contemporanea. I sassofoni stendono la trama armonica, si intrecciano pennellando soundscape emozionanti incrinati poi in calate nell’avanguardia, dissoluzioni che in un attimo tornano all’abbraccio melodico. Un’opera di rimandi e inversioni di ruoli con il contrabbasso e la chitarra elettrica che regala un altro dei momenti clou della «Notte del Jazz».

E ritorno

Breve pausa e il nostro giro riprende dal Salone delle Scenografie, con Federico Calcagno e The Dolphians, ensemble nato come omaggio a Eric Dolphy, che poi ha preso vita propria nelle composizioni originali del clarinettista residente ad Amsterdam. La band esplode in una musica dal forte impatto frontale, fantasie di vibrafono che gettano le fondamenta per solidi muri di fiati, una raffica fatta di impulsi, cambi di tempo, idee tematiche semplici e dirette che detonano in improvvisazioni schizofreniche.

Si torna nel Ridotto, dove va in scena un più concettuale e raccolto Nazareno Caputo Phylum Trio: dietro al suo vibrafono, il band leader mette in piedi una narrativa complessa; con contrabbasso e batteria delinea sensazioni acustiche in cui ogni suono ha un peso, una funzione, una collocazione minuziosa e una dimensione quasi corporea. Ultimo assaggio in Sala Borsoni, col piano trio Qaplà, che sembra divertirsi un mondo: Nelide Bandello batteria, Alfonso Santimone pianoforte e Stefano Dallaporta contrabbasso. Dosate con sapienza, ci sono tutte le spezie: libere improvvisazioni funamboliche, scatti repentini, appoggi di velluto sui tasti per momenti equilibrati e riflessivi.

Fuori dal teatro, scambio di impressioni sui reciproci percorsi. Tanta soddisfazione, ma altrettanta curiosità per cosa riserverà la prossima edizione.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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