Cultura

Tutti vogliono il fidget spinner

Dice un papà: «Martedì fuori da scuola ce l’aveva un bambino. Ieri tutti». Quanto durerà la nuova moda?
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Dice un papà: «Martedì fuori da scuola ce l’aveva un bambino. Ieri tutti». Il figlio va alle elementari e come molti è entrato nel tunnel del fidget spinner, quella sorta di trottola della grandezza del palmo di una mano con tre lobi. Come le manine appiccicose, le decalcomanie, le palline pazze, i rollinz di Star Wars o lo slime: tutte quelle cose che improvvisamente diventano irriunciabili (di solito per un mesetto) senza che ci sia un motivo, a parte la moda contagiosa. 

 

 

Insomma, tutti vogliono il fidget spinner. «È un antistress», spiega un bimbo e subito nasce la domanda «stress da che cosa, scusa, se hai otto anni?». Però è vero che gli psicologi mettono in guardia gli adulti sul fatto che anche i più piccoli siano ormai prede di ansie come non mai, quindi ci sta anche l’antistress. Che funziona in modo semplicissimo: lo tieni tra le dita e lo fai girare. Puoi anche fare trick come tenerlo sul medio, farlo passare da un dito all’altro, farlo saltare, usarne più d’uno, accendere le lucine dei tre cerchi esterni. 

 

 

To fidget, in inglese, vuol dire giocherellare, muoversi nervosamente, dare segni di impazienza. L’oggettino è attribuito a Catherine Hettinger: la donna, una 62enne che vive in Florida, ha raccontato al Guardian di averlo inventato vent’anni fa, di averlo brevettato nel 1997 e di non avere rinnovato il brevetto quando scadde. «All’epoca non avevo i soldi per brevettarlo», spiega. Il successo che il prodotto sta avendo in questo periodo, non solo in Italia, ma in tutto il mondo, non le porta in tasca un centesimo. 

 

 

Ovviamente sul fidget sono comparse le prime teorie che tendono a spiegarne le virtù per la psiche. In un articolo su The Conversation, Katherine Isbister spiega che il giochino può aiutare la concentrazione e che, in generale, giocherellare con qualcosa può avere effetti terapeutici per la mente. In realtà non ci sono studi specifici per sostenere, come si legge in giro, che possa aiutare nel trattamento di casi di sindrome da deficit di attenzione e iperattività. «There’s still science to be done», c’è ancora da ricercare sul tema, scrive la professoressa dell’Università della California, a Santa Cruz.

 

 

Visto il successo tra bambini e ragazzi, era lecito aspettarsi i divieti nelle scuole. Com’è accaduto a Roma, scrive l'Ansa, nell'istituto comprensivo «Via Boccioni»: una circolare della preside Elisamarzia Vitaliano stabilisce che «è vietato introdurre a scuola le girandole antistress». È capitato lo stesso a Seriate, dice l'Eco di Bergamo. Ne arriveranno altri? C'è da scommetterci, o forse basterà solo aspettare che il fenomeno perda la spinta propulsiva, nel momento in cui ci si chiederà «perché sto facendo girare questo affare?». Però è anche vero che a volte le cose sono così inutili da diventare irrinunciabili, dal Tamagochi alle sigarette elettroniche, dal selfie stick al profilo su Second Life. A proposito: nel mercato online di Second Life si può trovare anche il fidget spinner. È tutto vero, sappiatelo.

 

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