Stagione d’opera, l’eco della guerra sul palco del Teatro Grande
La lettura di un testo ProPal a nome delle maestranze del Teatro Grande ha chiuso la prima della Carmen di Bizet che ha inaugurato la Stagione d’opera. «Le artiste e gli artisti, le lavoratrici e i lavoratori del Teatro, che assistono sgomenti e impotenti alla catastrofe umanitaria e culturale, non hanno il potere di fermare le armi, ma sentono il dovere di riaffermare i valori della pace, della giustizia e della convivenza». Una esternazione che è stata accolta dal pubblico in un rispettoso silenzio.
Lo spettacolo
Lo spettacolo che si è avvalso della raffinata regia di Stefano Vizioli ha fatto piazza pulita di luoghi comuni spagnoleggianti puntando invece sul nucleo tragico dell’opera e sull’irrimediabile solitudine dei personaggi. Durante la prima occorrenza in orchestra del Leitmotiv del destino è stato proiettato un video astratto dominato da un grigio cupo che alla fine evocava l’immagine di un teschio, presago dell’esito fatale della vicenda. Bella, tra l’altro, l’idea di rileggere il terzetto all’inizio dell’atto secondo, nell’osteria di Lillas Pastia, sullo sfondo di una proiezione con braccia e mani rotanti, per evocare in modo non banale l’idea del “tourbillon” della danza. Efficace, nel medesimo atto, la nota cromatica del tappeto rosso che faceva da sfondo a una Carmen provocante, in notevole contrasto rispetto all’intenzionale minimalismo scenico precedente.
La produzione si avvaleva di un cast internazionale di giovani cantanti che si sono dimostrati pienamente all’altezza. Molto brave sia il mezzosoprano rumeno Emanuela Pascu nel ruolo della protagonista, con una prova vocalmente e drammaticamente notevole dall’Habanera iniziale passando per la Seguidilla fino alle corde tragiche degli ultimi atti, sia il soprano iberico Rocío Faus nei panni di una Micaela teatralmente meno ingenua del solito e sicura di sé.
Il tenore libanese Joseph Dahdah si è ben calato nella parte di Don José ottenendo applausi a scena aperta, fra l’altro, nella bellissima Romanza del fiore. Sicuro scenicamente il baritono argentino Pablo Ruiz (Escamillo); ben preparati gli altri interpreti. Ottimi i pezzi d’insieme, dal duetto Micaela-Don José del primo atto, al difficile Quintetto, al Terzetto delle carte. Ben preparati il Coro Opera Lombardia istruito da Diego Maccagnola e il Coro di voci bianche dei Piccoli Musici guidato da Mario Mora; da rilevare l’impeccabile dizione francese degli artisti curata dal coach Gérard Colombo.
Dirigeva l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali il maestro spagnolo Sergio Alapont, energico nel Prélude iniziale, delicato nell’Entr’Acte del terzo atto, attento nella concertazione, impegnato a sottolineare gli aspetti “pre-veristi” della partitura di Bizet.
Dopo il debutto al Grande questa produzione di "Carmen" (in replica domenica, alle 15.30) approderà negli altri teatri del circuito lombardo, quindi a Piacenza, Modena e Ravenna.
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