Cultura

Sanremo 2022, spoilerata con voto delle 25 canzoni del Festival

Tra pop, urban e un tocco di rock: così in sintesi i brani in gara alla 72esima edizione del concorso canoro
Ornella Muti, Lorena Cesarini, Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta e Sabrina Ferilli sono le cinque co-conduttrici di 
Sanremo 2022
Ornella Muti, Lorena Cesarini, Drusilla Foer, Maria Chiara Giannetta e Sabrina Ferilli sono le cinque co-conduttrici di Sanremo 2022
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Tra pop, urban e una spolverata di rock, ecco le canzoni del Festival di Sanremo al primo ascolto. «Vorrei fosse un festival attuale». È questo l'auspicio che Amadeus fa per la 72esima edizione che prende il via il 1 febbraio e che segna la sua terza direzione artistica consecutiva.

Un festival che si sperava fosse quello della rinascita, segnando il ritorno alla normalità e che invece «basterebbe fosse una via di mezzo tra il primo e quello dell'anno scorso». Attuale, nel senso di canzoni con un futuro radiofonico (obiettivo di Ama da sempre), vedremo. Di certo non d'attualità. Nel tradizionale ascolto dei brani in gara, riservato alla stampa quindici giorni prima dell'inizio della manifestazione, quello che è sembrato chiaro è che gli artisti hanno preferito - come già l'anno scorso - chiudersi in un'atmosfera più personale. Pochi, pochissimi i riferimenti alla pandemia, con la quale conviviamo ormai da due anni. 

Solo Dargen D'Amico che cita le mascherine (e canta «senza live con il pile sul divano») e La Rappresentante di Lista («nel silenzio della crisi generale») affrontano a viso aperto le paure di tutti. Sono piuttosto i sentimenti, i silenzi, la paura di confrontarsi con se stessi, a farla da padrone. Una sfera intima e intimistica che forse fotografa la bolla nella quale volente o nolente ci si è chiusi da mesi. Eppure la voglia di divertirsi non mancherebbe: almeno cinque brani su 25, un quinto, strizzano l'occhio alla dance più sfrenata.

«Evidentemente c'è voglia di ballare - commenta Amadeus -. Una mancanza fortissima per i giovani. È un dispiacere che non possano ballare». Poche le trasgressioni nei testi, qualche parolaccia come di consueto, ma niente da far tremare i polsi ai benpensanti. Un «fanculo» urlato da Achille Lauro, una «stronza» cantata da Noemi: un festival tutto sommato bon ton. Che canta l'amore, tra lei e lui, ma anche tra persone senza definizioni di gender come fanno Michele Bravi o Mahmood e Blanco. Tra pop, melodico, urban, soul, grande assente quest'anno è il rock, dopo la vittoria dei Maneskin e la loro successiva affermazione a livello mondiale, con Le Vibrazioni unici rappresentanti a portarne alto il vessillo.

Le pagelline dei brani al primo ascolto

Achille Lauro con Harlem Gospel Choir - Domenica.  Nel registro dei record per la quarta partecipazione consecutiva (l'anno scorso era ospite fisso), Lauro sembra a corto di idee e propone una copia (meno riuscita) della fortunata Rolls Royce, utilizzandone anche le stesse parole e la stessa orecchiabilità. Rimane il dubbio che si prenda gioco del pubblico. VOTO: 6
Giusy Ferreri - Miele. Abituata a collezionare hit, Giusy torna con un brano più acustico un po’ folk, un po’ arabeggiante, firmato Davide Petrella. Un pop rassicurante illuminato dalla sua voce black. Sul finale si concede anche l'autotune. VOTO: 6.
Michele Bravi - Inverno dei fiori. Brano intimista, che sembra avere anche riferimenti autobiografici. Una ballad che si muove tra l'orchestrale e l'elettronico. VOTO: 5.5.

Rkomi - Insuperabile. Re delle classifiche 2021 con Taxi Driver, il rapper si toglie lo sfizio di citare l'album anche nel pezzo sanremese. Rock Rap a ritmo di batteria e schitarrate. Peccato abbia un retrogusto di già sentito. VOTO: 6.
Irama - Ovunque sarai. L'anno scorso «in smart working» arrivò quinto. Quest'anno è evidente che punta a ben di più, con un brano dalla struttura classica, che però non stona. C'è da scommetterci che il pubblico sarà dalla sua. VOTO: 7.
Noemi - Ti amo non lo so dire. La premiata ditta Mahmood-Faini mette il timbro su questo brano. E si sente tutto, nella loro tipica metrica stressata (citofonare Elodie). Una power ballad con la quale Noemi continua il percorso intrapreso di cambiamento. VOTO: 6+.
Massimo Ranieri - Lettera al di là del mare. Per il ritorno in Riviera sceglie come autore Fabio Ilaqua. Il mare, le migrazioni passate e presenti, la speranza in un futuro migliore. Altro mondo, altra canzone. Ranieri gioca un campionato tutto suo. Premio della Critica? VOTO: 7.5.
Aka 7even - Perfetta così. Ad attenderlo al debutto sanremese schiere di ragazzini che lo adorano. Un brano tra rap e pop, ma non convince. VOTO: 5.
Emma - Ogni volta è così. Una Emma inaspettata, più matura, consapevole. La sua voce potente si mette al servizio del brano scritto da Davide Petrella e musicato da Dario Faini. Pop romantico e malinconico. VOTO: 6.5.
Highsnob&Hu - Abbi cura di te. Escursione nel mondo hip hop, per una coppia inedita che però non riesce a trovare la chiave per lasciare il segno, nonostante la citazione dello Shibari, l'equivalente giapponese del bondage. VOTO: 5.5.
Iva Zanicchi - Voglio amarti. Classico che più classico non si potrebbe, con un testo non all'altezza. E di certo non ci si poteva aspettare altro. Però. Dopo anni di assenza, Iva avrebbe potuto avere di meglio. VOTO: 5.
Dargen d'Amico - Dove si balla. Il cantautorap risponde alle intenzioni del titolo del brano e suona la sveglia a ritmo di musica dance anni '80. Fa riferimento alla pandemia e agli «incubi mediterranei», un tuffo nella realtà che ci circonda. VOTO: 7.
Sangiovanni - Farfalle. Il re dell'estate con Malibu porta un pezzo accattivante e fresco che va nella stessa linea della hit estiva, a suon di autotune. Farà il pieno di voti dei più giovani. VOTO: 6.
Yuman - Ora e qui. Il vincitore di Sanremo Giovani, passato di diritto tra i Big, mette in mostra la sua passione per il soul. Voce e sonorità calde, che riporta nel profondo Midwest. Da tenere d'occhio. VOTO: 6.5.
La rappresentante di lista - Ciao Ciao. Dopo la bella prova dell'anno scorso il duo torna a Sanremo con un pezzo orecchiabile e tutto da ballare, dalle atmosfere tra anni '70 e '80. VOTO: 6+.
Mahmood e Blanco - Brividi. Coppia d'oro della musica italiana. Farà il pieno di like, anche se il duetto non sembra perfettamente assortito. Cantano un amore senza generi. VOTO 5.5.
Gianni Morandi - Apri tutte le porte. Morandi si diverte a tuffarsi negli anni Sessanta, con un brano di Jovanotti che strizza l'occhio anche all'elettronica. Una botta di allegria e positività che ben si addice all'eterno ragazzo. VOTO: 6.5.
Matteo Romano - Virale. Altro pezzo con lo zampino di Faini. Nel testo i social, i mondo da cui arriva Matteo. Pezzo giusto per un 19enne passato da Sanremo Giovani. VOTO: 6.5.

Le vibrazioni - Tantissimo. Schitarrata rock che canta l'amore anche in tempo di covid quando c'era «l'aria che ci univa in mille persone». Unica band in gara. VOTO: 6.

Fabrizio Moro - Sei tu. Pezzo intimista e autobiografico, in perfetto stile Moro, che fa anche da colonna sonora al suo film. VOTO: 6.
Elisa - O forse sei tu. Torna a più di 20 anni dalla vittoria del 2001 e mette un'opzione anche su questo. Atmosfere fiabesche, su una voce cristallina che si apre sugli archi. VOTO: 8.
Ditonellapiaga e Rettore - Chimica. Pezzo divertente, anche spiazzante, con un ritornello che si candida a rimanere in testa. Pop elettronico che mette insieme una giovane e una veterana. Bomba danzereccia. VOTO: 7.
Giovanni Truppi- Tua padre, mia madre, Lucia. Scommessa del festival, l'ha definito Amadeus, con uno stile raffinato che potrebbe risultare alieno per il pubblico del festival. Erede di Paolo Conte e come lui amato in Francia. VOTO: 6.

Tananai- Sesso occasionale. Vocazione urban per il giovane milanese, con pass conquistato a Sanremo Giovani. VOTO: 6

Ana Mena - Duecentomila ore. Regina delle hit estive con Rocco Hunt, che firma il testo. La quota latin del festival, ma non sfonda. VOTO: 5

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