Sanremo 2022, Morandi: «Bravo Blanco, sei molto determinato»

Blanco, alla vigilia del Festival, aveva affermato che Gianni Morandi era tra i suoi favoriti. Pronta, nel cuore di Sanremo, la risposta del cantante di Monghidoro: «È bravissimo, e invidio la sua determinazione. Pari a quella di Mahmood, o di un altro giovane come Rkomi. Noi "vecchi", paradossalmente, oggi ci preoccupiamo per ogni piccola cosa, anche se non dovremmo».
Ancora leggermente segnato dall’incidente occorsogli la scorsa primavera, Morandi, a Sanremo, è comunque in ottima forma, premiato dalla ala stampa con un lusinghiero quinto posto nella graduatoria complessiva al termine delle prime due serate. La sua «Apri tutte le porte», scritta da Jovanotti, in una sorta di eterno derby si scontra con «Lettera di là dal mare» di Massimo Ranieri. Rivale di sempre, ma anche amico, nel tempo. «Anni fa - racconta - quando ero all’apice della carriera, lo temevo molto. Lo guardavo e mi chiedevo: "È chi è questo qua?". Sembrava l’Atalanta, insidiosa per le grandi, e poi capace di diventare a sua volta una big. Poi ci siamo ritrovati. Lui ha saputo fare tante cose, anche per il cinema. Oggi tifiamo l’uno per l’altro, anche se, forse, un po’ di rivalità è rimasta».
Il ritorno a Sanremo dopo l’ultima apparizione, ben 22 anni fa, «è un rischio che mi piace correre - prosegue -. L’emozione della prima serata è stata scatenata dal grande applauso che ho ricevuto. È un po’ come se mi fosse passata davanti agli occhi tutta la carriera». In una canzone che parla di porte da aprire, ne esiste qualcuna che è rimasta sempre chiusa? «Negli Anni Settanta pareva che per i cantanti come me, legati alla scena del decennio precedente, fosse tutto finito. L’avvento dei cantautori sembrava aver decretato la nostra fine. Poi, ovviamente, non è andata così. A volte le porte si chiudono, solo per riaprirsi un po’ più avanti. Si commettono errori, si cade, ma ogni fatto concorre a renderci ciò che siamo oggi. E io sono felice di essere qui. Non mi fermo di certo adesso, amo il contatto con il pubblico, sono felice che ancora oggi ci sia gente che paga un biglietto per venire a vedermi. Non saprei mai ridurre la mia carriera allo studio di registrazione».
Ma tra le ragioni che ancora spingono Morandi, settantasettenne, a non smettere di fare musica c’è anche il rapporto rigenerante con i colleghi. «Dalla recente collaborazione con Jovanotti a tutte quelle del passato, da Lucio Dalla alla vittoria di Sanremo con "Si può dare di più", nel 1987, insieme a Umberto Tozzi ed Enrico Ruggeri. Sono contento anche dell’amicizia con Lorenzo. Ci sentiamo tutti i giorni, anche qui a Sanremo. E siamo soddisfatti di come sta andando questo brano. Quando esco per strada lo sento già fischiettare».
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