Per il 150° numero di AB «i luoghi imperdibili, dall’Adamello al Garda»

Una bella fotografia di Pino Veclani, il dalignese scomparso poco più di un anno fa, invita in copertina alla lettura del numero di «AB Atlante Bresciano» ora in edicola. L’immagine - alpinisti in fila come formiche al bivacco al Corno di Lagoscuro, in alta Valle Camonica - sigla un’occasione speciale per il trimestrale della Grafo edizioni, arrivato al traguardo del 150° numero.
La storia
Il periodico fondato da Roberto Montagnoli nacque nell’inverno del 1984. Nel 1997, con il cinquantesimo numero, sotto la guida di Carlo Simoni furono inaugurati i corposi itinerari della sezione intitolata «Paesaggi e culture», che occupa gran parte della rivista: percorsi tematici che invitano alla scoperta del territorio bresciano, descrivendone i caratteri storico-artistici e naturalistici, suggerendo itinerari da percorrere a piedi o in bicicletta, proponendo assaggi enogastronomici. Un «sapere» in parte riversato anche nelle «Guide di AB», da poco realizzate in collaborazione con il Giornale di Brescia.

Per il passaggio del 150° numero, l’attuale direttore Nicola Rocchi - che è anche collaboratore del nostro giornale - ha pensato a un percorso speciale: «Gli imperdibili» è il titolo, e il viaggio proposto va «Dall’Adamello al Garda», con una raccolta di articoli che conducono attraverso l’intera provincia.
Rocchi: quali sono i luoghi «imperdibili» di AB?
Sono fondati su una libera scelta: abbiamo chiesto ad alcuni collaboratori e amici della rivista di raccontare un luogo o un itinerario per loro particolarmente significativo. Ne è uscito un quadro molto vario per contenuti e stili, con tante proposte per possibili scoperte o riscoperte distribuite in tutto il territorio bresciano.
Una sorta di compendio dei «luoghi del cuore»?
Sì, ci sono testi che partono da ricordi o emozioni personali, come quelli di Massimo Lanzini sul Corno di Lagoscuro e di Davide Sapienza sull’Adamello. Altri sono andati in cerca di percorsi non scontati, scelti in base alle preferenze personali: le chiese «minori» camune raccontate da Virtus Zallot, i molti itinerari nell’entroterra gardesano elencati da Domenico Fava, i sentieri di una Val Trompia antica ripercorsi da Mauro Abati, le risalite dei monti Frerone, Zingla e Mughera suggerite da Ruggero Bontempi, e altro ancora.
Lei di cosa scrive?
Sono tornato a Padernello, un luogo a cui sono affezionato, raccontando non solo il castello ma anche le cascine e i sentieri della campagna circostante. A Brescia ho intervistato il sindaco Emilio Del Bono, sulla «sua» città e gli angoli in cui ama sostare. Nel centro storico si muove anche un articolo di Mirka Pernis, sulle tracce delle antiche cinte murarie.
Come sempre, il corredo fotografico è molto ricco...
È una parte fondamentale della rivista, grazie all’impegno dei nostri fotografi: Mauro Pini, Marco e Matteo Rapuzzi, Giorgio Mutti, Lodovico Baglioni e altri, tra cui molti appassionati capaci di «scatti» di qualità.
La provincia di Brescia è vasta, ma non infinita. Come pensate di proseguire?
Da quando abbiamo iniziato sono cambiate molte cose: basti ricordare che nel ’97 Internet era ai primordi, e per conoscere non c’era altro che prendere l’auto (o la bicicletta) e andare, come continuano saggiamente a fare i nostri collaboratori. Oggi si sono moltiplicate le occasioni di conoscenza del territorio. Credo, tuttavia, che l’esperienza accumulata ci sarà d’aiuto. I vecchi percorsi saranno rivisti e aggiornati, assorbendo anche spunti dall’attualità; e nuovi itinerari a tema possono essere elaborati, per illuminare aspetti specifici di un’area ampia.
E nel 2023 Brescia sarà capitale della Cultura...
Vedo che molti scoprono oggi quello che AB e Grafo edizioni raccontano da tempo. La nostra Guida di Brescia, che aggiorniamo periodicamente, è uscita quasi 20 anni fa. E la casa editrice custodisce un patrimonio di contenuti e immagini che potrebbe essere di supporto alle istituzioni impegnate a valorizzare la città.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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