Non sembra, ma siamo tutti filosofi. Anche in banca
Nel nostro tempo - nel quale la scienza sperimentale è al vertice della piramide del sapere umano, la tecnica domina nella vita pratica e la nostra attenzione è concentrata sui mezzi, sul «come», sulle «funzioni» delle cose, sugli strati meno profondi dell’essere - la filosofia sembra inattuale, destinata a far parte del bagaglio culturale del passato.
Il nuovo libro di Ermanno Bencivenga «Filosofo anche tu - Siamo filosofi senza saperlo», pubblicato da Giunti editore (144 pagine, 14 euro), vuole dimostrare invece, con esempi concreti, che non solo essa è viva nella contemporaneità, ma anche che rivela una perenne attualità, perché è cifra essenziale dell’essere umano. Infatti ognuno di noi, nelle varie situazioni della vita quotidiana, cerca di capire, ragiona, si muove proprio nell’orizzonte della filosofia.
Ad esempio: quando facciamo operazioni finanziarie in banca, riflettiamo sui possibili sviluppi dei nostri investimenti, quindi sul calcolo delle probabilità. A tale riguardo, dobbiamo scegliere un metodo logico, tra quello induttivo, che parte dal particolare e arriva al generale, quello deduttivo, che va da un modello teorico alle sue conseguenze, e quello empirico, che si basa sulla nostra esperienza. Come si vede, anche quando siamo impegnati col denaro e con l’economia, tocchiamo questioni filosofiche.
Bencivenga indica, come ulteriore esempio, la recente e sempre più frequente discussione sulle «fake news» (false notizie) e sulla «post-verità», che ha visto anche il coinvolgimento del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Non si può affrontare questa questione senza fare riferimento a concetti filosofici, come «verità» e «realtà». Cos’è la realtà vera? Noi siamo uno specchio, che riflette una dimensione reale «già» esistente, come affermano i realisti, oppure le cose reali nascono nella nostra mente, che elabora i dati empirici in forme a priori, come dicono Kant e gli idealisti? La verità è «oggettiva» o «soggettiva»?
Il testo di Ermanno Bencivenga ci aiuta a capire che la nostra vita non può esaurirsi nel governo dei mezzi, nella gestione delle funzioni e nell’utile materiale e immediato bensì si compie e si arricchisce anche nel cercare, nell’«intus legere», nel comprendere gli strati più profondi dell’essere, nel chiedersi il «perché» delle cose, nella tensione spirituale verso la verità.
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