Da New York al Tibet, viaggio alla scoperta del mondo: il libro a Edolo

L’opera
Il libro è il racconto di alcuni viaggi compiuti dall’autore in aree antropizzate e remote del mondo. Il rapporto vissuto con i luoghi e il dialogo con le persone che li abitano diventa un viaggio nella storia del pensiero, motivo per approfondire le condizioni attuali del mondo tra dinamiche naturali e contraddizioni umane. Presente e passato del pianeta Terra, e il suo futuro incerto, si declinano nella narrazione di esperienze intense e affascinanti di immersioni, escursioni, percorsi di navigazione in barca e in canoa, profumo di cibi e odori di gasolio e di città, suoni di natura e rumori di clacson e del traffico caotico. Il volume accompagna il lettore in un percorso a tappe, declinato nel paradigma geografico così come in quello interiore dell’esperienza del filosofo e del letterato, capace anche di accostarsi, e addirittura di immergersi con pertinenza acquisita, nell’antropologia e nelle scienze naturali, come testimonia la ricca bibliografia riportata.
Si viaggia tra le righe da New York alle Galápagos, dall’Islanda al Borneo, dal Ruanda al Tibet. Ciascuna delle sette tappe è funzionale a disegnare l’itinerario di una diversa via: città, equilibrio, acqua, animali, piante e aria, per concludersi sulla via del ritorno. Si può guardare negli occhi un orango e uno squalo balena. Si può avviare la percorrenza di un cammino, con lo zaino in spalla, per interrogare un deserto, sondare una foresta, saggiare una catena di montagne, concedendosi allo stesso tempo il lusso di attraversare il pensiero umano. Supportano l’autore in questo itinerario le citazioni riferite a Darwin, von Humboldt, Thoreau, Muir e altre autorevoli figure del pensiero naturalistico.
Attualità
La frequentazione di Paolo Pecere dei più diversi contesti ambientali gli permette di mettere a nudo le contraddizioni del rapporto tra l’uomo e la natura. E a rilanciare alcune riflessioni che rivestono motivo di forte attualità anche nel contesto territoriale della Valle Camonica e del Parco dell’Adamello. Si legge all’inizio del libro: «L’industria ha prodotto un impatto distruttivo sull’ambiente di cui ormai è inevitabile prendere coscienza, e quale sia il benessere da perseguire non è ovvio. Al tempo stesso, l’idea di un altrove incontaminato è oggi più che mai insostenibile, benché sia ancora impressa nelle brochure delle agenzie turistiche, e torni come rimorso nelle menti dei cittadini del cosiddetto Occidente». «Il senso della natura» si offre come richiamo a un punto fondamentale di paragone per scrivere il futuro del pianeta, minacciato dagli effetti dei cambiamenti climatici, dalla perdita di habitat, paesaggi e biodiversità, dalla scomparsa di specie animali e vegetali.
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