Musica

Denso, magnetico e crepuscolare: è Vinicio Capossela al Vittoriale

Enrico Danesi
L’artista è salito sul palco in occasione del Festival Tener-a-Mente in un’atmosfera volutamente raccolta, intima e sussurrata
Le sirene di Capossela al Vittoriale
AA

Ritardi non da divo, ma da persona assennatamente educata, che evangelicamente ama il prossimo suo come se stesso. Avrebbe probabilmente cominciato in orario, Vinicio Capossela, il suo concerto sold out nell’anfiteatro del Vittoriale, dov’è arrivato per la quarta volta in carriera; ma il traffico del venerdì che intasava la Gardesana, sommato a quello generato dai suoi fan in trasferta, ha indotto l’artista a ritardare di oltre mezz’ora l’inizio del concerto, con apprezzamento da parte di chi era estenuato dalla coda e temeva anche la beffa dello show dimezzato, ma non pochi mugugni in platea da parte di chi era per contro in postazione da tempo.

  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
  • Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale
    Vinicio Capossela sul palco del Vittoriale

La serata

Valeva la pena di aspettare, ad ogni modo, perché l’artista emiliano-tedesco-irpino è capace di vette poetiche come pochissimi altri, non solo in Italia, e nella dimora dannunziana, percorsa da una fresca brezza, l’ha dimostrato ancora una volta.

L’atmosfera è volutamente raccolta, intima, sussurrata; il mood prevalente (se non esclusivo) quello della ballata al piano, suonato dallo stesso Vinicio. La melodia di «Bardamù», esaltata dagli archi (compreso il violoncello di Daniela Savoldi, applauditissima componente bresciana della band, al pari di Alessandro «Asso» Stefana alle chitarre), avvia lo show. Che procede poi di ballata in ballata, passando in un primo momento dalla delicata, struggente «Crociata dei bambini», definita un «canto da tempi bui».

Il tema di serata sono le sirene, intese come esemplificazione pregnante delle emergenze contemporanee, minacce che possono trasformarsi in opportunità di rinascita, anche perché non sono soltanto le sinuose creature mitologiche a portare quel nome, ma anche i segnali sonori di pompieri e ambulanze. Gioca su tale ambivalenza – simbolo insieme di pericolo e di salvezza – lo spettacolo «Sirene. Richiami, emergenze, affioramenti», un progetto visionario, svincolato per il momento da un approdo discografico, che attinge peraltro da buona parte della produzione più recente di Capossela.

Cifra stilistica

Geniale, stralunato, immaginifico rappresentante della canzone d’autore italiana, in trentacinque anni di carriera Capossela ha pubblicato 16 album, conquistato sei Targhe e un Premio Tenco, scritto romanzi e saggi, interpretato film e fatto parecchio altro. Sviluppando una cifra stilistica singolare, incentrata sulla contaminazione tra melodie di lancinante bellezza – con una sintassi che insegue soprattutto la musicalità ma raramente chiede licenza – e liriche ora dirette ora ellittiche, che cercano la suggestione tanto quando raccontano di poveri cristi e archibugi (visti come l’archetipo di ogni arma antica o recente, e perciò oggetto di irriverente elogio), come quando entrano a gamba (eruditamente) tesa su materiale bliblico («Non trattare»), letterario («La ballata del carcere di Reading», che parla di Oscar Wilde; «La belle dame sans merci», che parla di John Keats; la travolgente «Brucia Troia», dedicata a Pier Paolo Pasolini nel cinquantesimo della morte), d’attualità («Il bene rifugio» o «La cattiva educazione», sull’inefficace narrazione della violenza di genere).

Oppure che insistono su concetti esistenziali, come «il tempo che su di noi ha già giocato» di «Parla piano», come le fragilità personali di «Lord Jim» (che ruota attorno al tormentato personaggio conradiano), come la miscela di luci e ombre di «Lanterne rosse». E c’è spazio pure per il divertissement circense di «Marajà», lo scherzo ballerino di «Pryntyl», la sensualità sghemba e ammaliante di «Come una rosa».

Denso, magnetico e crepuscolare, uno spettacolo forse non per tutti i gusti; eppure magnifico, a tratti da brividi.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato

Icona Newsletter

@News in 5 minuti

A sera il riassunto della giornata: i fatti principali, le novità per restare aggiornati.

Suggeriti per te

Caricamento...
Caricamento...
Caricamento...