Vicario restituisce la «Gloria!» alle artiste dimenticate dalla storia

La sua presenza sul palco principale della Festa di Radio Onda d’Urto non rappresenta una novità, considerato che da headliner lo calcò già nel 2021, quando era una promessa alla ricerca di conferme.

Il ritorno di Margherita Vicario all’ombra del Gatto Nero, previsto per domani sera (sabato), è tuttavia con un ruolo da protagonista assoluta e si manifesta sulla scia del successo crescente – grazie al passaparola e ai premi di cui sta facendo incetta – di «Gloria!», il film con il quale ha avviato la carriera da regista cinematografica, associandola a quelle consolidate di cantautrice e di attrice (per piccolo e grande schermo).

«Gloria!» – che presta il titolo anche al tour musicale in corso, salutato da frequenti sold out – è un’opera al femminile di cui la Vicario ha curato pure la colonna sonora insieme a Dade Pavanello: decisamente insolita nel panorama nazionale (troppo spesso ingessato dentro plot stereotipati), attraverso una fotografia elegante e una tessitura di lieve accuratezza, rende giustizia postuma – con tratto anche divertente – alle tante donne musiciste e compositrici vissute negli orfanotrofi italiani fra il XV e il XVIII secolo, e dimenticate dalla Storia, a beneficio di celebrati compositori maschi che sovente avevano supportato (un esempio su tutti, Antonio Vivaldi).

L’ultimo riconoscimento conquistato dalla pellicola in ordine di tempo (dopo un Nastro d’Argento e due Globo d’Oro) è la vittoria del Bobbio Film Festival presieduto da Marco Bellocchio, tra i massimi cineasti italiani contemporanei.

Tradizione di famiglia

Nipote d’arte (la nonna era Rossana Podestà e il padre è Francesco Vicario, regista al pari del nonno Marco), nel 2021 Margherita ha fatto Bingo: in senso letterale, poiché questo è il titolo di un ellepì – il secondo, dopo il debutto con «Minimal Musical» nel 2014 – che inglobava, con la produzione di Dade, una manciata di bei singoli in bilico tra pop e rap, che hanno fatto conoscere la nostra quale interprete di canzoni dal beat coinvolgente e dai testi in buona parte corrosivi (ascoltare, per credere: «Orango Tango», «Dna-Oh Putain!», «Troppi preti Troppe suore»).

Vicario, si diceva, nasce come attrice prima di dedicarsi in maniera continuativa alla musica, tanto che nella sua produzione – che getta platealmente un occhio alla scena italiana degli anni Settanta, sia in termini di sonorità che di estetica – conta molto la presenza delle immagini associata ai suoni.

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La versatilità, d’altronde, non è mai venuta meno, se è vero che in televisione, negli ultimi anni, ha raccolto molti consensi con serie popolari come «Amore pensaci tu» e «Nero a metà. Adesso, ad ogni modo, è tempo di musica, con la terz’ultima tappa del tour estivo, appunto quella bresciana di Festa ROdU, in cui la scaletta si dipana tra le hit del passato, le canzoni dell’ep «Showtime» (pubblicato a gennaio 2024) e mirati assaggi della colonna sonora di «Gloria!», must irrinunciabile di questa stagione.

Ieri (giovedì) intanto si sono registrati 1.500 spettatori per la serata che prevedeva i concerti dei bavaresi Colour Haze, preceduti dai bresciano-bergamaschi Humulus.