Quando Pippo incontrò la Mille Miglia

Quando la «corsa più bella del mondo» incrocia uno dei volti più popolari della televisione, il ricordo si fa speciale. Pippo Baudo aveva legato anche a Brescia e alla Mille Miglia un frammento della sua infinita carriera. Non da pilota, certo, ma con l’entusiasmo e la curiosità che sempre lo contraddistinguevano.
Era il 2008 e Baudo, reduce dal Festival di Sanremo, parlava con emozione del suo debutto accanto alla Freccia rossa, definendola «un tassello mancante» della sua lunga esperienza artistica. Invitato a partecipare a eventi collaterali, affiancato da Maria Grazia Cucinotta, aveva colto con immediatezza la portata culturale di quella corsa capace di raccontare l’Italia attraverso i suoi motori, la sua storia e la sua gente. Un malanno stagionale lo aveva tenuto lontano, qualche mese prima, dal palco del Teatro Grande in una serata con Uto Ughi, ma Baudo recuperò in tempo per essere protagonista del roadshow promozionale in Campidoglio. «Cercheremo di accostarci alla storicità dell’evento - spiegò allora - perché la Mille Miglia occupa un posto di assoluto rilievo nella storia del costume italiano».
I suoi ricordi correvano agli anni giovanili a Roma, quando attendeva il passaggio delle auto da corsa lungo le strade della capitale. E i nomi di Piero Taruffi e Clemente Biondetti, eroi di quell’epoca, restavano per lui indimenticabili: «Mi colpirono profondamente - raccontò - e ancora oggi evocano momenti felici della mia infanzia».
Quella partecipazione rimase episodica, ma sufficiente a legare anche Brescia a un uomo che per oltre mezzo secolo ha incarnato il volto della televisione italiana. Alla Mille Miglia, come nella sua lunga carriera, Pippo Baudo seppe riconoscere e valorizzare ciò che unisce: la storia, lo spettacolo, la passione popolare.
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