Paolo Delai: «Da Brescia a Imola per cantare l’inno al Gran Premio»

«Quando ho sentito la voce solista svettare sui nostri strumenti, mi si è accesa una luce nel cuore: quello è ciò che desidero!». Così il giovane tenore gardesano Paolo Delai, di Toscolano Maderno, classe 2002, racconta il colpo di fulmine che gli ha fatto scegliere la strada del canto lirico. Domenica alle 14.40, Delai canta l’Inno di Mameli in mondovisione, dal circuito di Imola, in occasione del Gran Premio di Formula 1 del Made in Italy e dell’Emilia Romagna; l’evento, trasmesso in diretta mondiale, vede Delai accanto ad altri cinque tenori selezionati dalla Fondazione Luciano Pavarotti.
Mercoledì 21 maggio, alle 21, Delai si esibisce al Vittoriale di Gardone Riviera, ospite d’onore alla chiusura del concerto ufficiale della Banda dell’Esercito Italiano, diretta da Filippo Cangiamila; l’ingresso è gratuito con offerta libera, il ricavato verrà devoluto a Fobap Onlus e Anffas Brescia Onlus.
«Per otto anni ho suonato il sax nella banda di Toscolano – racconta Delai –: mentre accompagnavamo il cantante Rubens Pelizzari, ho scoperto il mio amore per l’opera. Durante un concerto di Mario Malagnini ho capito che non potevo farne a meno: così ho iniziato a studiare con lui; poi mi sono iscritto al Conservatorio di Modena, ora mi sto perfezionando a Roma con Gianluca Terranova, che ha prestato la sua voce a Enrico Caruso in tv su Rai1. Il prossimo anno partecipo alle produzioni di Rigoletto e Don Giovanni al suo fianco, nel circuito lirico umbro. Il 27 luglio canto a Todi con Terranova».
Come è arrivato a Imola?
Sono entrato in contatto con la Fondazione Pavarotti e con Nicoletta Mantovani, che nel 2023, ad Arezzo, mi ha conferito il Premio Internazionale Apoxiomeno (fra i vincitori, tra i personaggi della cultura, mi piace segnalare il nome di Liliana Segre). È stato un trampolino di lancio. Ho cantato poi a Londra, Berna, Lugano, Como.
Non la spaventa l’immensa platea in mondovisione?
Al contrario. Proprio Pavarotti ci ha insegnato che la musica va diffusa ovunque, per raggiungere anche lo spettatore distratto, il neofita, il passante. Ho cantato in Arena a Verona, nel settembre scorso, ai TIM Music Awards, insieme ad altri dieci tenori e dieci soprani. Con altri due colleghi e amici proponiamo spesso il concerto dei «Tre Tenori»: abbiamo cantato nel piacentino, il 22 giugno siamo in piazza a Monticelli d’Ongina, poi 10 agosto sono a Desenzano. Nel futuro volo in Arabia Saudita.
Quali tenori ama in particolar modo?
Oltre al «Luciano nazionale», metto Di Stefano e Corelli.
Tre italiani…
Il nostro paese è la patria del canto. Dei numerosissimi cantanti orientali che studiano in Italia ammiro lo spirito di sacrificio, la costanza nello studio, la perseveranza. Due anni fa ho registrato al Teatro Comunale di Modena un brano in cinese, per l’anniversario della Repubblica Cinese, che hanno visualizzato alcuni milioni di utenti. Ci ho messo una settimana a imparare la pronuncia...
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