Musica

Mille occhi lucidi per il prof cantante: Vecchioni a Edolo emoziona

Enrico Danesi
Narratore e affabulatore, l’artista accarezza le parole e parla di emozioni che non invecchiano, da «Ti insegnerò a volare» a «Luci a San Siro» e «Samarcanda»
  • Roberto Vecchioni in concerto a Edolo
    Roberto Vecchioni in concerto a Edolo - © www.giornaledibrescia.it
  • Roberto Vecchioni in concerto a Edolo
    Roberto Vecchioni in concerto a Edolo - © www.giornaledibrescia.it
  • Roberto Vecchioni in concerto a Edolo
    Roberto Vecchioni in concerto a Edolo - © www.giornaledibrescia.it
  • Roberto Vecchioni in concerto a Edolo
    Roberto Vecchioni in concerto a Edolo - © www.giornaledibrescia.it
  • Roberto Vecchioni in concerto a Edolo
    Roberto Vecchioni in concerto a Edolo - © www.giornaledibrescia.it
  • Roberto Vecchioni in concerto a Edolo
    Roberto Vecchioni in concerto a Edolo - © www.giornaledibrescia.it
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Da sempre Roberto Vecchioni, pur senza trascurare melodie e armonizzazioni, accarezza soprattutto le parole, in ossequio alla propria indole prioritaria di narratore e affabulatore. È stato così anche a Edolo, dove ha attirato oltre 1000 spettatori, ripagati con un live dai temi più vari (lo sguardo bambino, il mito, la speranza, la voglia di volare, i sentimenti, l’invidia del tempo, la funzione dell’artista, l’intolleranza che uccide la libertà, l’amore per l’insegnamento), ma cuciti da un fil rouge emozionale, che li rende in un’unica storia da stringere il cuore e da far luccicare gli occhi, anche quando sfiora la retorica.

Emozioni che non invecchiano

Parla di emozioni che non invecchiano, Vecchioni, e contrappone il calore umano «della mano che ci è vicina» al valore effimero delle cose materiali, che si perde col tempo. Poi mette in fila «Dentro gli occhi», «Ti insegnerò a volare» (che riecheggia i versi del poeta turco Nazim Hikmet ed è dedicata ad Alex Zanardi), «Ogni canzone d’amore», «La mia ragazza» (scritta per la moglie Daria). Quindi argomenta che «l’artista è un essere inutile, che non aumenta il Pil di una nazione, eppure trasmette emozioni impagabili»: è l’introduzione a «Vincent», brano su Van Gogh, «pittore che dipingeva con l’anima» e che meglio di altri «rappresenta quel secolo straordinario che è il Novecento». Arrivano «Signor giudice» (la pagina più debole tra quelle selezionate), «El bandolero stanco», «Cappuccio rosso» (sulla tragedia della combattente curda Ayse Deniz) e una sequenza tutta al femminile («Voglio una donna», «Figlia», «Vorrei essere tua madre», «Le mie ragazze»).

Conclusione trionfante

Roberto Vecchioni in concerto a Edolo
Roberto Vecchioni in concerto a Edolo

La voce di Vecchioni è calda e catramata, la band che lo affianca un concentrato di fuoriclasse: la combinazione ideale per illuminare «Velasquez», «Sogna, ragazzo, sogna» (il testamento da docente), «Chiamami ancora amore». E concludere trionfalmente, tra la fatalità e il rimpianto, con «Luci a San Siro» e «Samarcanda».

Grazie Prof, per il clima lieve (da incontro tra amici), la ricchezza pregnante (da lezione universitaria), le canzoni che entrano in circolo e germoglieranno.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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